Telecamere sul Medioevo accese al parco 

Il Tre Castagni trasformato in location per la realizzazione del film sulla storia dello scultore Linzo



PERGINE. Dopo la parentesi a Pinzolo con la vicenda dei Baschenis e della Danza Macabra, Alessandro Bencivenga ha trasferito in questi giorni la sua troupe a Pergine e alcune location particolarmente significative per girare il film “Exitus”(il Passaggio) con la storia di Linzo (lo scultore perginese del 1539) e il collegamento con il diario che racconta il matrimonio avvenuto nel 1356 a Castel Pergine tra il “cattivo” capitan Fugazza e la dolcissima Margherita. Le sale del Castello (ed anche la cappella) insieme al Parco dei Tre Castagni, a palazzo Ippoliti e alla miniera Gruab va Hardimbl a Palù del Fersina sono i luoghi prescelti. Al Castello si consuma la tragedia del padre di Margherita (morto avvelenato per mano dei sicari di Fugazza), ma anche il matrimonio e la fuga di Margherita attraverso un passaggio segreto tra la cappella e la selva oltre le mura; scene appunto a Palazzo Hippoliti e alla miniera che integrano e rendono piacevole la narrazione dell’evento, e poi al Parco dei Tre Castagni. Qui si è svolta un intensa giornata di “manovella” tra cast di attori, comparse, tecnici, animali domestici e via dicendo. La spettacolarità del Parco si è prestata ancora una volta a fare da “teatro” anche per il film di Bencivenga. Alla grande casa in legno (l’Osteria) realizzata per altri eventi (come la Festa delle Pro Loco) sono state aggiunge altre casette per costruire un “villaggio”: il borgo di Pergine ai piedi del Castello nel 1359. Le comparse (contadini, allevatori, armigeri, dame eccetera) hanno “lavorato” sotto la direzione di Bencivenga e i suoi tecnici per girare la scena dell’arrivo al castello di Margherita insieme al padre, per poi sposare il capitano Fugazza come da classico matrimonio concordato “senza amore”. Un matrimonio che si concluderà tragicamente con la tresca tra Margherita e il pittore, l’intervento della dama di compagnia, dell’immancabile serva e della strega che abita in paese, dei consiglieri-cortigiani del capitano Fugazza. Il tutto avviene appunto nel 1356 e viene descritto in un diario (di Margherita) che insieme a un disegno (il dipinto che il pittore sta realizzando al castello) finisce in una cassetta che 200 anni dopo viene consegnata dalla vedova di un minatore (da qui le scene alla miniera di Palù) a Linzo che la prende in consegna per donarla poi all’amico Baschenis che stava dipingendo la Danza Macabra. E appunto Baschenis legge l’evento, tipico Nella storia vera, lo scultore Linzo fugge da Pergine per scampare alle persecuzioni della Chiesa che lo ritiene eretico, ma farà comunque una brutta fine (in Svizzera): decapitato e bruciato vivo.

Per una giornata, il Parco Tre Castagni si è trasformato in set cinematografico con pecore, galline, cavalli, contadini (il consueto gruppo di popolani di Viarago, integrano da qualche altro nuovo personaggio) e gli attori: Giuseppe Cederna è Giovanni Linzo, Massimo Reale è Giacomo Baschenis; poi ci sono Edoardo Siravo e Sergio Forconi insieme a Vanessa Gravina nella parte di Margherita. (r.g.)













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