Strage di animali investiti: nel 2019 sono stati 54 

I dati dei cacciatori. Sulle strade perginesi tante bestie sono state ferite in modo grave A fine mese l’assemblea dei soci. La presenza del lupo provoca danni alla popolazione selvatica


ROBERTO GEROLA


Pergine. E’ sempre strage di ungulati, ma non solo, sulle strade anche del Perginese. Incidenti, investimenti ma anche animali feriti in qualche modo che non riescono a sopravvivere. Nel corso dell’anno sono stati ben 54 i capi trovati morti: 31 caprioli in stato di decomposizione, 3 cervi, 19 caprioli (per incidenti), ma anche un cinghiale. I capi sono stati ritrovati dagli stessi cacciatori o dal personale di custodia. Il preoccupante dato emerge dalla relazione di Giuliano Andreatta, rettore della riserva di caccia di Pergine (con 60 licenze alle spalle) che a fine mese ha convocato l’assemblea dei soci (sono 116). Si tratta di un appuntamento importante in quanto, gli iscritti sono chiamati a eleggere il nuovo direttivo insieme al rettore.

«La nostra attività, ci ha detto ieri Giuliano Andreatta, si può svolgere regolarmente grazie anche al personale e a una serie di collaboratori. Sono i guardacaccia (due), i guardaforestali (4). Ma anche quanti sono presenti per espletare il settore burocratico, come il segretario Gerardo Lazzeri, il supporto di Andrea Fontanari e e del vicepresidente dell’Associazione cacciatori trentini, Matteo Rensi».

Particolare attenzione agli abbattimenti: per i camosci, due i capi (uno Jarling e uno di prima classe); caprioli: quest’anno i trofei sono di buona qualità: in totale 33 capi maschi abbattuti. In particolare, dopo la prima settimana, 15 capi di prima e 11 di seconda (uno era di tre corna); poi altri 28 tra femmine e piccoli. Cervi: quest’anno, in penalità non è stato assegnato il maschio e sono stati abbattuti tre “calvi” (piccoli) in 9 giorni (Panarotta, Canzane e Valar). Il cervo palcuto è stato abbattuto (sulla Celva) il giorno dopo l’inizio della caccia (aveva 6 punto). Quest’anno, i cacciatori avevano a disposizione anche un gallo forcello.

Andreatta ha ancora una volta sottolineato l’importanza di avere a disposizione la cella frigo, due congelatori ed altra attrezzatura (nei locali alla ex filanda) specie per i cinghiali, i cui abbattimenti stanno aumentando. Gli abbattimenti di “predatori”: «Sono una risorsa inaspettata», dice Andreatta. In totale sono stati 71 (30 in estate e 41 in autunno. Tra di essi anche qualche femmina. Per verificare la consistenza della popolazione, si calcola anche il peso: 5 tra gli 81 e gli 86 kg; 20 tra i 51 e gli 80 kg, 24 tra i 31 e i 50 kg, e 22 tra i 3 e i 30 kg. Anche per le specie contingentate sono stati portati alcuni dati (relativi al 2018): 54 beccacce, 54 cesene, 58 ghiandaie, 2240 merli, 1438 tordi bottaccio e 293 tordi sassello.

Affrontato anche il discorso relativo al lupo che a quanto pare sta provocando qualche danno alla popolazione dei selvatici (nelle riserve vicine): allontana infatti i mufloni ma anche cinghiali e caprioli.

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