San Cristoforo, un’oasi turistica da reinventare 

Viaggio nelle frazioni. Campeggio chiuso causa post Covid, alberghi vuoti e altri abbandonati, strade che si allagano alla prima goccia di pioggia: le potenzialità ci sono, ora servono investimenti


Daniele Peretti


Pergine. San Cristoforo potrebbe diventare l’autentico Lido di Pergine raggiungibile in bicicletta o a piedi, se solo avesse collegamenti, strutture ricettive e una cura dei particolari che poi tanto tali non sono, come l'asfaltatura delle strade, la copertura di qualche “mostro” e vie che non si trasformino in pozzanghere dopo ogni acquazzone.

Davide Sebastianelli, titolare del ristorante -pizzeria La Darsena: «Ci vorrebbero più strutture ricettive: quest'anno il camping è chiuso ed in pratica lo sono anche gli alberghi. Andrebbero valorizzate le rotonde pensiamo a quella che porta ai “Piccoli Frutti” con tanto di addobbi, mentre le nostre sono decisamente tristi. A pochi metri dalla spiaggia c'è la struttura adibita all’innalzamento delle acque nere che intimorisce le persone che si recano al lago. Basterebbe coprirla con delle pareti in legno per farle incutere meno paura».

Una precisazione opportuna sulle strutture ricettive. Il camping è chiuso per una caduta verticale delle prenotazioni dall’Olanda, tanto che il proprietario dirotta gli ospite nell’altra struttura di proprietà a Levico Terme. L’Hotel Sedran è chiuso ormai da tre anni e il San Cristoforo è aperto solo alla mattina unitamente all'attività di bar. C'è anche chi è pronto ad investire come l’immobiliarista Pallaoro che ha acquistato il Faro (attualmente in ricostruzione), l'area dell'ex Hotel Lido Seehof, chiuso da dieci anni e quella confinante col Panificio Grisenti.

Giorgia Mascheroni indica due interventi: un marciapiede che porti alla stazione e nuovi hotel. All’edicola San Cristoforo l'idea è quella di puntare ad un anello di ciclabili che permetta la circumnavigazione del lago oggi impossibile, impossibile come la continuità tra il tratto che arriva da Pergine e si blocca a Ischia: per riprendere la ciclabile si deve percorrere la provinciale.

Tra le segnalazioni anche quella di una vecchia baracca costruita su palafitte, diventata pontile per via dell’abbandono nel quale è stata lasciata, ma se recuperata potrebbe essere testimonianza delle antiche tradizioni del lago.

Katia Ciurletti del Centro Nautico: «Servirebbe un ostello per ospitare le squadre di sport acquatici per i quali San Cristoforo dovrebbe diventare un punto di riferimento. L'area dell'ex Hotel Lido Seehof la vedrei come un centro natatorio con accessi al lago attrezzati per disabili, accanto ad un centro nautico potenziato ed alla bonifica delle spiagge circostanti. E’ necessario offrire maggiore ospitalità sia a livello di ristoranti che di alberghi».

Non mancano nemmeno le proposte per abbellire il piccolo centro che comunque arriva ad un centinaio di residenti. Maggiore illuminazione, più panchine e nuovi fondi stradali con i “bolognini” preferiti all'asfalto. «Parliamo di via dei Pescatori – sottolinea Davide Sebastianelli – e non perché è la strada sulla quale si affaccia la mia attività, ma perché è quella che porta al lago ed all'unica spiaggia attrezzata per cani. Il fondo stradale fa una conca e quando piove l'acqua resta stagnante per un paio di giorni e poi ci sono due pioppi che nulla hanno a che fare con la vegetazione autoctona che a maggio e giugno spargono i loro pollini: oltre alle allergie quella specie di ovatta che lasciano a terra è anche infiammabile: ho chiesto di tagliarli alla pari di una manutenzione degli altri alberi, ma non è mai stato fatto nulla».

E’ indubbio come San Cristoforo abbia un'identità che non è solo turistica, potenzialità ancora da sfruttare e così può adattarsi al meglio alle nuove esigenze: l'idea del “Lido di Pergine” può rappresentare l'alternativa al turismo olandese sul cui ritorno non si può scommettere.













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