«Promuovere Pergine spetta a Pro Loco e Apt» 

Territorio e turismo. L’assessore Sergio Paoli risponde alle sollecitazioni del Copi: «La città non è solo centro storico. Il Comune è impegnato a sostenere l’economia della nostra comunità»


ROBERTO GEROLA


Pergine. Il dibattito a proposito del centro storico si arricchisce di nuovi contributi. In questi giorni si sono accavallati suggerimenti, consistenti proposte da numerosi esponenti di varie realtà: commercio, cultura, forze politiche, attraverso forme differenti, ma tutte tesie a cercare una maniera per uscire da questa fase di stallo in cui Pergine si trova anni. L’amministrazione comunale esce allo scoperto con l’assessore alle attività economiche Sergio Paoli, che tra i tanti “stimoli” ha scelto di rispondere al Copi, il Consorzio operatori Pergine iniziative. E lo fa con un gioco tutto “in difesa” dell’azione che il Comune ha in atto per il centro storico e il commercio. Ed elenca le iniziative per il commercio e il centro storico. E lo fa ricordando anche i “limiti” dell’azione comunale (direttive provinciali, bilancio).

La difesa

«Innanzitutto preme ricordare – scrive l’assessore Paoli - che sindaco e giunta sono impegnati già da metà marzo per valutare le soluzioni per la gestione delle varie problematiche iniziate con la pandemia: contatti giornalieri con le istituzioni provinciali, giunta del consiglio delle autonomie». Poi, che «valutazioni e proposte per affrontare il ritorno alla normalità devono essere condivise a livello provinciale e nessuno può permettersi di improvvisare. Vi sono delle problematiche anche finanziarie che non toccano solo le imprese e tanti cittadini che hanno perso il lavoro, ma anche gli enti pubblici come i Comuni possono potenzialmente trovarsi in difficoltà finanziaria. Il Comune ha già sospeso gli affitti che incassa mensilmente da aziende ed enti vari e vedrà ridotti gli introiti derivanti da entrate extratributarie». Paoli Ricorda quindi che «Pergine è uno dei pochi Comuni che non hanno sospeso né i mercati alimentari né il mercato contadino e ha dato quindi possibilità a parecchie aziende di continuare l'attività economica pur nelle difficoltà derivanti dalle restrizioni».

«La giunta – aggiunge l’assessore - è cosciente del fatto che si dovrà mettere il massimo impegno per assicurare la ripresa economica di tutte le imprese presenti sul territorio e sta valutando le varie ipotesi che possono portare ad un aiuto al sistema imprese del nostro territorio e che non potrà riguardare solo quelle del centro storico».

Afferma poi che «da sempre la promozione del territorio di Pergine è in capo ad Apt Valsugana e Pro loco: il Comune delega a professionisti del settore la gestione e la comunicazione perché non ci si può improvvisare solo con gli strumenti social come proposto dal Copi, pur essendo questi sicuramente utili».

Non solo centro storico

Paoli quindi aggiunge: «Centro storico ma anche lago e montagna. Molte attività imprenditoriali sono fuori dal centro storico e tutte meritano l'attenzione del Comune». Elenca quindi il supporto dato al Copi per le iniziative da parte del Comune con tutte le proprie realtà: l’elenco è lungo, ovviamente e anche noto. «Dal Copi attuale non sono mai arrivate grandi proposte per migliorare la situazione del centro né grandi collaborazioni quando si trattava di organizzare l'apertura dei negozi per varie manifestazioni ed eventi - scrive ancora Paoli -, ma è stato solamente in grado di proporre l'acquisto di qualche fioriera e la sistemazione di pavimentazioni stradali ed ha avanzato proposte non realizzabili come la ristrutturazione di edifici in centro ma di proprietà privata».

L’argomento è stato tuttavia dibattuto facendo emergere proposte nuove: occupazione di spazi aperti (casette comuni, negozi in mostra sui marciapiedi e parcheggi, come del resto si sta studiando anche a Trento). Sono stimoli innovativi e “grandi” perché rivoluzionano il sistema di fare commercio. E sembrano andare al di là della semplice fioriera richiesta. Anche i nodi di ex Cavalletto e Orto Fontanari (e San Cristoforo) vanno in questo senso. L’ipotesi avanzata non è l’intervento diretto del Comune, ma la forma dei “colloqui” per trovare una soluzione, un percorso percorribile al di là della proprietà privata. Ma soprattutto una cosa è emersa da questi dibattiti: il centro storico non è dei commercianti con enti e associazioni che non lavorano per i commercianti, ma per la comunità che ci vive, per i visitatori, per i frequentatori, per i residenti. Questa è la visione del centro storico.













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