L'INTERVISTA carlo pintarelli 

«Papà mi è stato d’esempio: mettere l’anima nel fare politica» 

L’assessore. «Agricoltura e amministrazione sono per me grande  passione e impegno costante». Sulla scelta del sindaco Oss Emer: «Non è casuale: conosco e frequento l’ambiente agricolo e sono stato nei Cmf» 


Paolo Silvestri


Pergine. Carlo Pintarelli, 35enne figlio di Primo, notissimo politico perginese scomparso dopo lunga malattia lo scorso 5 giugno, è l’unico assessore al quale il sindaco Roberto Oss Emer ha confermato per intero le deleghe con l’aggiunta del progetto apicoltura che per 5 anni era stato di Sergio Paoli. Un assessore giovane ma con una grande passione per la politica e l’amministrazione.

«Non puoi fare queste cose se non le senti tue - spiega Carlo Pintarelli -. Sono cresciuto a fianco di mio papà Primo. Mi ha trasmesso questa sua grande passione. Io cerco di seguire quella strada mettendoci l’anima. Lui è mancato da poco e ho vissuto una campagna elettorale strana, senza “cattiveria politica”, ma ho incontrato persone, uomini, donne che sono stati vicini alla mia famiglia. E poi a me...».

Pintarelli, si è visto confermare le stesse deleghe gestite negli ultimi 5 anni con una aggiunta particolare.

Particolare e interessante. La seguiva appunto Sergio Paoli che era un appassionato del settore ed hobbista. Le api sono fondamentali per melo e ciliegio, senza di loro l’impollinazione ha problemi. Grazie alle api si hanno produzioni maggiori e migliori. A breve incontrerò le associazioni di riferimento per iniziare un nuovo percorso. La conferma delle deleghe sì, davvero è una soddisfazione. Ma lo è anche per quanto espresso dalle urne sia a livello personale sia come coalizione. Il 60% che abbiamo raccolto non penso sia frutto del caso. Di certo rappresenta uno stimolo a iniziare subito facendo bene ed a continuare a farlo anche negli anni che verranno. Non credo che la mia conferma ad assessore con queste specifiche deleghe sia causale. Ho un piccola azienda agricola come dopolavoro con ciliegie e mele. Questi mi aiuta nei rapporti con il mondo agricolo e nella conoscenza dei problemi che vanno affrontati. Sono poi stato segretario di Consorzio di miglioramento fondiario e faccio parte dell’associazione Agraria Perginese. Sono anni che condivido idee e percorsi del mondo agricolo.

Ma come sta il mondo agricolo perginese?

Ci sono tante campane che suonano. Questa però è una annata agricola che ha dato soddisfazioni. Il settore al momento sta bene, ma potrebbe anche andare meglio. Negli ultimi dieci anni sono stati compiuti dei passi avanti con una diffusa specializzazione e innovazione. Chi opera in questo settore di è dato molto da fare per migliorarsi. Se devo trovare un neo, dico che ce n’è uno solo: le poche persone che operano in agricoltura. In passato c’erano più persone che se ne occupavano e c’erano anche quelli che non lo facevano come primo lavoro. Di certo in agricoltura ora c’è grande specializzazione e non si improvvisa nulla. E questo scoraggia un po’ gli hobbisti come scoraggia molte persone la burocrazia legata all’agricoltura. In ogni caso qui abbiamo realtà importanti. C’è la Coop Sant’Orsola che ha grandi potenzialità e in grado di fare grandi investimenti. Per noi rappresenta una garanzia per il futuro.

La Sant’Orsola non è però l’unico punto di riferimento.

Infatti. C’è chi fa riferimento a questa coop per i piccoli frutti, ma chi per le mele si rivolge alla Cofav di Caldonazzo e chi invece sin occupa di piazzare da solo i proprio prodotti. Al di là di tutto io credo tanto nella cooperazione.

Lei si occuperà dei rapporti con i Cmf, i Consorzi di miglioramento fondiario, realtà che conosce molto bene.

I Cmf sono determinanti, sostituiscono il Comune che rimane un riferimento per i possibili aiuti economici che può dare e come collante. Posso anticipare che, per quanto riguarda il Cmf di secondo grado Marzola la settimana prossima verrà consegnata tutta la documentazione alla Provincia per poter andare in comitato tecnico con il progetto per il rinnovamento dell’impianto irriguo. Dopo questo passaggio si potrà quindi andare alla gara d’appalto entro la fine dell’anno. Il Cmf Marzola raggruppa i 4 consorzi del conoide, Canale, Susà, Costasavina e Roncogno. In ballo c’è progetto per il passaggio dell’irrigazione a pioggia lenta, che risale agli anni Ottanta, a quello a goccia per i terreni piantumati e che rimarrà a pioggia lenta per quelle coltivate a prato. L’impianto attuale è superato dal punto di vista tecnico e costantemente alle prese con rotture diffuse. In ballo c’è un contributo di 4,5 milioni sui circa 6 di costi totali. Sono anni che non arriva una finanziamento così a Pergine.

Per le strade rurale come interviene il Comune?

Finanzia i Cmf, che per fortuna ci sono. Il territorio è ampio e i Cmf con il loro volontariato si sostituiscono al Comune. Sono persone che amano il loro territorio.

Il recupero dei terreni incolti è un impegno importante per il Comune.

Assolutamente sì. Nei periodi di crisi recuperare piccoli appezzamenti abbandonati può servire a integrare il reddito sia dell’agricoltore, sia dell’hobbista. Il terreno incolto rappresenta un pessimo biglietto da visita del territorio, ma anche un pericolo per l’agricoltura. Dagli incolti possono proliferare tutta una serie di malattie e parassiti molto dannosi. Meno incolti vuol dire anche meno trattamenti nelle campagne coltivate. Agricoltura e turismo poi devono andare a braccetto ed è fondamentale avere un territorio curato, pulito e salubre.

E di parchi e giardini che ci dice?

Il Parco Tre Castagni è il nostro gioiello, ma abbiamo aree verdi, giardini, parchi attrezzati un po’ ovunque, ma hanno bisogno di molte cure. Per questo a bilancio servono stanziamenti importanti. Sono spazi cercati e apprezzati da famiglie e bambini, che devono poterne godere nella massima sicurezza. Nel breve ne avremo due nuovi a Ciré e Viarago.

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