«Non ho fatto una legge per il gestore del macello» 

La polemica. L’ex assessore provinciale Michele Dallapiccola replica alle accuse del sindaco di Pergine Roberto Oss Emer: «Io in giunta nel 2013, ma i contributi che lui cita sono del 2009»



Pergine. Patt ai ferri corti con il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer. Argomento la struttura del macello pubblico sul quale si è innescato un dibattito piuttosto acceso. Dopo l’interrogazione del Patt perginese e la risposta data da Oss Emer, interviene anche Michele Dallapiccola (ex assessore provinciale) chiamato in causa. E smentisce alcune affermazioni.

«Secondo Oss Emer - scrive - da assessore avrei confezionato una “leggina” a favore del gestore. “Nacqui” assessore nel 2013, come avrei potuto stanziare contributi, già dal 2009? Il provvedimento risale a una finanziaria a “matrice Dellai” approvata per un valore di circa 800 milioni per contenere i danni della crisi del 2008 con interventi straordinari. Afferma poi che la carne che noi mangiamo dopo 15 giorni di allevamento in Trentino, anche se di animali importati dall'estero, diventa trentina. L'unica carne certificata Trentina è quella con il marchio Qualità Trentino. Quella carne, per disciplinare provinciale, deve permanere in Trentino almeno 180 giorni, periodo certificato da Efsa (ente sanitario europeo) utile perché l'organismo dell'animale si liberi da qualsiasi sostanza assunta in precedenza. La sua affermazione se non smentita provocherebbe preoccupazione nei consumatori. Invece qualsiasi carne sui nostri banconi è ispezionata, controllata ed etichettata con la sua provenienza. Se questo sindaco detiene informazioni diverse denunci la cosa in procura, diversamente lo invito a scusarsi immediatamente con i commercianti al dettaglio, i nostri macellai ed i grossisti del settore per l'errore che ha commesso procurando un ingiustificato allarme su un alimento così importante».

«Infine - scrive ancora Dallapiccola - in un momento in cui un gruppo di aziende zootecniche per quanto piccole tuttavia strategiche si impegnano ad investire, c'è un sindaco che si mette in gara al rialzo con soldi pubblici mettendo in difficoltà queste imprese che lavorano invece con fondi propri. Quanto vogliamo allungare ancora le mani dell’ente pubblico sulla voglia di azione dei nostri bravi imprenditori? Il rilancio chiesto dal sindaco porterebbe un utile alle sue casse comunali di ulteriori soli 1.500 euro in più rispetto all’attuale introito di 6.000 euro gettando alle ortiche le certezze di mantenimento del servizio pubblico».

Questa sera intanto la conferenza dei sindaci sarà chiamata a emettere un nuovo bando per la vendita del macello per un importo di 300 mila euro. R.G.













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