I mocheni ricordano padre Attilio Laner

VALLE DEI MOCHENI. La figura di padre Attilio Laner, il missionario comboniano di Frassilongo, è stata riscoperta attraverso la celebrazione del 33° anniversario della sua morte avvenuta in Sudan...



VALLE DEI MOCHENI. La figura di padre Attilio Laner, il missionario comboniano di Frassilongo, è stata riscoperta attraverso la celebrazione del 33° anniversario della sua morte avvenuta in Sudan dove era appunto missionario. A ricordarlo due suoi colleghi: padre Carlo Plotegheri rientrato dal Sudan in seguito all’età avanzata e padre Mariano Prandi. Con loro anche Ezio Copat, personaggio perginese che per anni ha lavorato in parecchi Paesi africani e che ha avuto l’occasione di conoscere e frequentare padre Attilio. Il ricordo di padre Attilio si è svolto in due giornate di celebrazione. Se venerdì sera si è parlato del missionario, sabato sera si è svolta la cerimonia religiosa con una messa solenne presenti missionari, autorità, fedeli.

Padre Attilio aveva 10 fratelli, e tra questi due sorelle si fecero suore e un altro divenne sacerdote dei Rosminiani. Attualmente sono in vita Anselmo over 85 (era presente alla serata) ed Emanuela (una delle due sorelle suore) che per l’età è ospite della casa di riposo ad Arco e non si è potuta muovere. Dalle parole di ricordo sia di padre Carlo che di Ezio Copat, sono emerse le caratteristiche di padre Attilio come educatore e insegnante. Seguace di Comboni e dei suoi principi che lo aveva portato ad affermare “L’Africa aiuti l’Africa” e quindi che dovevano essere gli stessi africani gli autori dello sviluppo dell’Africa. Sono emerse le difficoltà del servizio missionario, l’ostilità delle autorità, ma anche il preciso obiettivo che il comboniano aveva portato avanti grazie alla sua profonda cultura e al suo carattere gioviale ed estroverso. Nel corso della serata è emersa anche la volontà di confezionare una pubblicazione su padre Attilio cone le sue lettere, i suoi studi, la documentazione ancora esistente. (r.g.)













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