Fersina, l’Agro irriguo contro la concessione Stet 

Osservazione inviata in Provincia: ribadita la posizione già espressa a Gilmozzi «L’agricoltura è seconda solo all’uso potabile dell’acqua, l’industria viene dopo»


di Roberto Gerola


PERGINE. L’Agro irriguo perginese è contrario al rilascio della concessione di derivazione ad uso idroelettrico sul torrente Fersina a favore di Stet spa. Questo il contenuto dell’osservazione che l’ente agricolo presieduto da Luigino Laner ha inviato in Provincia. Il discorso si rifà alla pratica avviata da Stet per riavere la concessione sul Fersina e proseguire così il suo utilizzo per la produzione di energia elettrica. In sostanza ribadisce quanto espresso nel corso del recente incontro con l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e con gli altri rappresentanti di enti e realtà interessate, prendendo tuttavia una posizione particolarmente decisa. «Ci siamo basati - dice Laner - su una considerazione fondamentale pure già emersa e che indica il settore agricolo (acqua a scopo irriguo) come secondo solo all’uso potabile. Lo scopo industriale (quello di Stet) viene dopo».

L’Agro irriguo è titolare di una concessione ad uso irriguo al Croz del Cius sull’acqua rilasciata dalla centrale di Canezza. «E qui sta il problema - chiarisce Laner - perché quando Stet chiude i rubinetti noi non abbiamo acqua. Poi quando si aprono i rubinetti, arriva l’ondata. Ma nel frattempo le coltivazioni rimangono all’asciutto. E pure la fauna ittica. Con danni immaginabili».

Il Consorzio segnala che «il rilascio dell’approvazione della derivazione proposta da Stet pregiudicherebbe la derivazione per uso agricolo di cui il Consorzio è titolare. In questa malaugurata ipotesi non verrebbe assicurata la priorità dell’uso agricolo in periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità come previsto dalla legge. Ciò si è già verificato nelle stagioni estive degli ultimi anni ed il Consorzio l’ha dovuta affrontare con la massima urgenza essendo a rischio il raccolto di oltre 90 ettari di colture. Vi è la necessità di valutare le concessioni idriche in funzione delle modifiche subite, nel tempo, dal territorio e dall’ambiente. L’emergenza estiva, frutto di uno squilibrio di priorità nell’utilizzo della risorsa idrica, può essere risolta “alla fonte” tramite l’approvazione di concessioni compatibili, per quantità e modalità, con quelle preesistenti». «Sono 90 ettari di terreno coltivato - conclude Laner - che rende 10 mila euro all’anno e quindi 9 milioni di euro solo con 45 litri al secondo e per soli sette mesi all’anno che ricadono sull’economia perginese».

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