«Dieci anni in municipio tra grandi emergenze» 

Baselga di Piné. Il sindaco Ugo Grisenti lascerà il Comune: «Ho affrontato la frana di Campolongo,  carenze idriche, crollo della palestra, Vaia e Covid, ma anche realizzato opere per oltre 45 milioni»


Giorgio Andreotti


Baselga di piné. Nell’ultimo consiglio comunale di Baselga di Piné, il sindaco Ugo Grisenti ha accennato alla situazione delle opere pubbliche sul territorio del Comune. Prima di affrontare lo stato delle opere bisogna riconoscere a questo sindaco che è stato l’uomo dei momenti difficili. Appena eletto e subito dopo aver preso le redini dell’Amministrazione comunale si è trovato nel bel mezzo della frana di Campolongo, ha attraversato la crisi economica, le carenze idriche, il collasso del tetto della palestra delle Scuole medie, la devastazione di Vaia e oggi, in proroga in quanto non candidato, si trova costretto alle prese con il Covid-19.

Quali sono le sue considerazioni sul lavoro fatto?

Tra le mura della nostra casa comunale sono cresciuto, passando dieci anni della mia vita, accompagnato da tanti momenti belli e forti, da errori fatti, da giornate di crisi, ma tutto sempre con l’entusiasmo, la passione e l’amore per il mio, il nostro altopiano.

La sua esperienza alla guida della giunta?

Devo riconoscere che è stata un’esperienza emozionante e difficile al tempo stesso; molto stimolante e, per questo motivo, occasione di crescita. Non sono mancati i momenti di discussione, di disaccordo, ma anche i più accesi confronti avevano l’obiettivo di analizzare le situazioni da diverse prospettive, per poi trovare quel giusto equilibrio nel quale soddisfare le esigenze dei miei cittadini. Ho cercato con i miei collaboratori di prendere decisioni sempre secondo coscienza mettendo sempre al primo posto il bene comune, consapevole che amministrare significa avere il coraggio di prendere decisioni giuste, anche se impopolari.

E’ stato un periodo di risorse finanziarie scarse e sempre più ridotte. Come è riuscito a portare avanti le opere principali?

La ricerca continua di risorse destinate ad investimenti ed il lavorare in sinergia con altre istituzioni, ha consentito di attivare in 10 anni oltre 45 milioni di investimenti che sono stati destinati alla riqualificazione delle scuole, delle palestre, delle piazze, dell’acquedotto, dell’illuminazione pubblica, delle fognature, dei marciapiedi, delle ciclabili, della manutenzione costante del nostro territorio. Ora sono in corso opere per più di 10 milioni (biblioteca, poliambulatori, piazza Costalta, presa dell’acquedotto di Fregasoga, marciapiede via del Ferar, ciclabile Ferrari-Riposo, asfaltature varie. Sono tutte opere fondamentali che dimostrano il grande lavoro effettuato e che, la loro ultimazione, ormai a breve, diventerà il fiore all’occhiello di chi proseguirà la nostra opera.

I momenti più difficili?

Sono stati molti: la frana di Campolongo, la crisi economica, l’ondata migratoria, le carenze idriche, il collasso del tetto della palestra, Vaia e per finire Covid-19. Eppure, proprio i giorni della frana di Campolongo restano per me tra quelli allo stesso tempo più difficili e più gloriosi per la nostra comunità. Nel momento più triste ha saputo mostrare una volta di più la forza, il coraggio, la determinazione e la generosità della sua gente. Quella forza, coraggio, determinazione e generosità che abbiamo rivisto in questi mesi di Covid-19.

I prossimi impegni per superare le enormi difficoltà che ci aspettano?

In questi giorni stiamo studiano una importante variazione di bilancio per limitare l’impatto social del lockdown delle realtà economiche e associative locali ad esempio: “operazione plateatici gratis”, riduzioni alle aliquote Imis, palestre gratis, contributi per l’acquisto di bici elettriche e muscolari. Interventi questi che assieme ai cantieri avviati e, che verranno appaltati, contribuiranno a far riprendere l’economia trentina. Ma soprattutto, ora per il dopo Covid-19 serve un “nuovo mondo”, occorre una visione nuova, idee che portino miglioramenti nella vita quotidiana e la determinazione nel portarle avanti. Ritengo necessario un ripensamento di fondo, dobbiamo avere il coraggio di proporre e realizzare una rivoluzione della rete stradale: largo alle biciclette e riduzione degli spazi per le automobili, più due ruote e meno macchine.

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