Coop Piccoli Frutti, radici ben piantate nel Perginese 

Agricoltura. Nata 41 anni fa a Sant’Orsola, s’è poi insediata a Zivignago e ora al Ciré. Il direttore Matteo Bortolini: «Abbiamo 500 soci perginesi e occupiamo 130 dipendenti che vivono in zona»


Carlo Bridi


Pergine, Valsugana Nata 41 anni fa a Sant’Orsola, su iniziativa di Giuseppe Bortolotti bravissimo contadino di Viarago con una grande visione sul futuro, e di Dario Pallaoro allora funzionario dell’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Trento, ed anche lui originario di quella valle, preoccupato di trovare coltivazioni che potessero integrare il reddito di tante famiglie part-time, la cooperativa dei piccoli frutti dopo una ventina di anni è scesa a valle con la propria sede per motivi logistici, è diventata parte integrante del tessuto perginese.

Radici ben salde

Ora, quella sede è solo parzialmente utilizzata per le scorte agrarie e per il punto vendite dirette ai consumatori finali, mentre dallo scorso anno, è operativa la nuovissima e molto vasta sede costruita al Ciré di Pergine. Anche la nuova sede è rimasta pertanto su suolo perginese ed è diventato un punto molto importante per l’occupazione delle maestranze nelle varie attività svolte da parte della cooperativa a favore dei soci. Fra i lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato sono circa 130 coloro che sono riusciti a trovare un posto di lavoro presso la cooperativa provenienti dal Perginese.

Colture locali valorizzate

La cooperativa ha puntato fra l’altro anche alla valorizzazione della colture del ciliegio presente da sempre particolarmente sul conoide di Susà. Ma la sua presenza ha portato ad uno sviluppo delle coltivazioni di piccoli frutti e delle fragole in tutta la zona del perginese, ormai gli ettari coltivati da queste colture hanno raggiunto circa 400 ettari. Evidentemente questo ha avuto anche un forte impatto dal punto di vista economico.

Il direttore generale della Sant’Orsola, Matteo Bortolini, anche lui con radici altro valsuganotte (la sua famiglia è di Brenta di Caldonazzo) afferma che «il risultato di questo impegno, è quello che fra il pagamento dei prodotti conferiti alla cooperativa dai circa 500 soci del perginese, e il lavoro prestato dai 130 lavoratori dipendenti della Sant’Orsola, ha procurato un indotto che si stima si aggiri fra i sette e gli otto milioni di euro l’anno. Un risultato - precisa il direttore -, molto importante anche per una comunità rurale come il perginese».

«Certo - ancora precisa il direttore generale della Coop, Bortolini -, non tutti gli anni sono uguali, quest’anno ad esempio abbiamo avuto una perdita di produzione delle ciliegie nell’ordine del 50% a causa delle gelate primaverili, proprio nell’anno in cui il mercato delle ciliegie è molto interessante perché è venuta a mancare produzione ovunque».

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