Apparentamenti, Latino ci pensa 

Levico Terme dopo il voto. In vista del ballottaggio per l’elezione del sindaco il candidato del Pd non esclude, se gli verrà proposto,  un accordo con Gianni Beretta. Dal Bianco (M5S) invece è categorico: «Non ci schiereremo con nessuno, ma da soli faremo emergere ciò che non va»


Franco Zadra


Levico terme. All’indomani dello scrutinio elettorale delle comunali tutti sanno che sarà il ballottaggio del 9 giugno a decidere il nuovo sindaco, e ciascuno ipotizza, o sogna, eventuali alleanze che possano spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. L’elettorato, infatti, si mostra perfettamente spaccato a metà e il confronto tra i due candidati è ora un puro testa a testa, a prescindere dal punto percentuale che li distacca, vedendo Tommaso Acler con il 41,15 % delle preferenze superare Gianni Beretta al 39,71 %. La restante fetta di elettorato se la dividono quasi a metà anche i candidati sindaco assegnati alla minoranza; Crescenzo latino con il 10,60 % e Maurizio Dal Bianco con l’8,54 %.

Maurizio Dal Bianco

«Un risultato – ha detto Dal Bianco – che mi ha molto deluso di primo acchito, ma che ho già superato grazie alla vicinanza del mio gruppo. Seguirò il consiglio che mi ha dato Virginia Raggi, di non mollare mai, comunque vada. Guardando al risultato delle suppletive dove il Movimento 5 Stelle ha preso 600 voti, mentre alle comunali ne ho presi solo 366, ma nel 2014 erano 251, mi è venuto di pensare che sono io quello sbagliato. Poi però capisco che c’è un sistema che funziona su dinamiche clientelari molto più forti di un obiettivo di promozione della trasparenza e di uno sviluppo razionale ed efficiente. Si preferisce assicurarsi dei vantaggi personali a fronte di un bene comune e condiviso. Per questo non ci schiereremo né con Acler, né con Beretta, andremo da soli e continueremo a far emergere le tante cose che non vanno in questa amministrazione».

Enzo Latino

Più possibilista nei confronti di un apparentamento è, invece, Enzo Latino che comunque è riuscito in pieno nell’obiettivo dichiarato di «ridare una speranza al centrosinistra – ha detto Latino – e non far mancare una rappresentanza del Pd in consiglio comunale che sarebbe stato molto più difficile riprendere in futuro se non avessimo partecipato. Con Tommaso Acler vi sono divergenze di programma, oltre che politiche, che sono inconciliabili, per questo accetteremmo semmai di accordarci, se ci venisse richiesto, eventualmente solo con Beretta. Poi si sa come le dinamiche dell’elettorato in caso di ballottaggio cambino completamente e gli elettori del Pd possono certamente avere un loro peso sul risultato, ma queste sono valutazioni che sapranno fare dentro la coalizione di Beretta, a noi importa per ora solo di esserci».

Gianni Beretta

«Ci aspettano quindici giorni di battaglie – ha detto Gianni Beretta – e poi sei anni di lavoro e di impegno per fare il meglio per la nostra città. Il voto di questa prima tornata ci ha premiati promuovendo la rappresentanza di tutte le categorie, albergatori, commercianti, contadini, artigiani, come sono presenti tutti i punti di vista politici, e lo sento un ottimo auspicio di stabilità, equilibrio, e capacità di ascolto che l’altra coalizione non può certo vantare».

Tommaso Acler

«Tutti i nostri candidati – ha detto Tommaso Acler – hanno figurato bene e in tutte le tre liste vi è una distribuzione omogenea di voti, con persone giovani, e nessuno della vecchia giunta che potrà ritornare a influire sull’amministrazione del comune come almeno tre persone della coalizione avversaria. Se vincessero loro, tra un anno ci ritroveremmo a votare di nuovo poiché hanno opportunisticamente amalgamato persone da sempre schierate su fronti opposti per cui è plausibile chiedersi come facciano a restare insieme».

Il consigliere da record

A Patrick Arcais, nella lista Patto Levicense, spetta la palma del più votato, con 257 preferenze, cosa che ha piacevolmente sorpreso i suoi stessi compagni di lista, come sorprendente e inatteso è stato il risultato di Laura Uez, di Impegno per Levico, con 133 preferenze, ma anche i 24 voti di Clara Angeli, del Pd, 80 anni, hanno risollevato lo spirito di un clima elettorale a tratti fin troppo aspro e cupo.













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