Alzheimer tra malattia e dignità 

Da domani a domenica Levico Terme proporrà 150 eventi che coinvolgono famiglie e addetti ai lavori


di Franco Zadra


LEVICO TERME . Da domani alle 18 e per tre giorni al Parco delle Terme sarà Alzheimer Fest, l’evento ideato dal giornalista Michele Farina, in seconda edizione assoluta e per la prima volta in Trentino. Un evento di uno spessore culturale importante, ma che forse ancora sfugge dentro a un contesto tanto ristretto come può essere una cittadina di provincia dove ancora troppo poco si conoscono iniziative come Alzheimer Cafè o altre, e forse si dovrebbe parlare di più di Alzheimer, non sentendolo come un problema per specialisti delle strutture protette o, quando tocca, riservato e circoscritto all’interno delle famiglie.

Una tre giorni per dire, e ribadire, che invece «l’Alzheimer cancella la memoria, non la dignità», e sono in tanti che si affiancano a coloro che combattono quotidianamente con l’Alzheimer. E il Trentino ne è un’avanguardia d’eccellenza. Levico si aggiunge a questo cambio culturale con la sua Apsp Levico Curae tutta nuova e carica di iniziative, perché c’è molto da fare e da inventare per arrivare a dire che «la malattia non toglie di mezzo la vita», come è il bel titolo dell’edizione di quest’anno. Una Apsp che deve necessariamente aprirsi al territorio, come di fatto cerca di fare sempre meglio, e divenire non solo un centro di servizi specialistici, ma un nuovo modo di ragionare, nuovi discorsi, nuovi scambi di esperienze, alla ricerca di nuove opportunità, coinvolta in questa ricerca, assieme ad altre Apsp in Trentino, come la Vannetti di Rovereto, la Residenza Valle dei Laghi di Cavedine, la Apsp della Valle di Non e Sole, la Apsp Città di Riva del Garda e la Civica di Trento, ma poi ancora Borgo Valsugana, Pinzolo, e Vallarsa.

Una tre giorni con ospiti che arriveranno da tutta Italia, e centocinquanta avvenimenti in programma, tutti gratuiti, dall’arte alla medicina, dalla musica, alla letteratura, per uno sguardo diverso sulla malattia, per ritrovare una relazione con la memoria, anche la propria e non solo quella degli altri, immergersi in questo mondo e conoscerne le molteplici sfaccettature. «Un mondo di incontri, gesti quotidiani, sguardi, oggetti, luoghi, cibi – dicono gli organizzatori -, per indagare e ricostruire una sorta di normalità quotidiana, a volte andando anche oltre l’evidenza per favorire la riflessione sulla dimensione della malattia e su come essa influisca sulla costruzione di significato, sociale e psicologico, per coloro che ne sono colpiti, per riannodare un discorso che la malattia cerca di spezzare». Protagonisti saranno i familiari e tutto il personale preposto all’assistenza dei malati e ciascuno che intenda aprire gli occhi e il cuore su questo parallelo universo esistenziale e umano.













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