DAL TRENTINO FIN NELLO YUKON / 2

Ossessioni e rivalità covano nel freddo e nel silenzio

Oscure scoperte dopo un mese di permanenza: per sopravvivere in molti scelgono la strategia della fuga, ma vince il più prepotente. Il racconto dei documentaristi Paola Rosà e Antonio Senter, che vivono l'isolamento e l'asprezza di un paese di montagna nello Yukon orientale, per un documentario in collaborazione con Montura Editing


di Paola Rosà


Ad un mese dall'arrivo a Keno City, la patina del microcosmo in armonia, il mito del villaggio che si autosostiene senza regole, a poco a poco si scrosta e lascia trapelare tensioni, rivalità, ambizioni e giochi di potere. Il lungo inverno a -40C senza luce e senza compagnia ha messo alla prova i nervi, e le ossessioni che in una società semplicemente più numerosa, o più variegata, si sarebbero stemperate nelle mille distrazioni tutto attorno, qui sembrano trovare alimento e sfogo. Magari semplicemente contro l'ultimo arrivato.

Il lungo inverno a -40 senza luce mette alla prova i nervi

Per sopravvivere, in molti scelgono la strategia della fuga. Qui a Keno City qualcuno è in fuga da altri luoghi e altre vite, ma per resistere è costretto anche qui a tante piccole fughe quotidiane. Per essere lasciati “in pace”, qui, devi sapere che si combatte una guerra, e devi saperla evitare. Lasciando che la vinca qualcun altro. Non è proprio il senso di giustizia che uno si aspetterebbe dalla vita di frontiera, o forse sì: l'eterna vittoria del più prepotente. Resta potente la suggestione di quello che ti circonda.













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