IL CASO

Orso M49, Enpa: dalla Provincia errori clamorosi

L'Ente: "Denunceremo chiunque faccia del male all'orso"



ROMA. L’Ente Nazionale Protezione Animali chiede nuovamente al ministro Costa di subentrare al presidente Maurizio Fugatti nella gestione del caso M49, estromettendo la Provincia autonoma di Trento.

«Se non è una barzelletta poco ci manca. La Provincia ha catturato l’orso senza sedazione, lo ha rinchiuso in un recinto, gli ha tolto il radiocollare e poi se l’è fatto scappare sotto il naso. E come se non bastasse questa sconcertante serie di errori, oggi – commenta Enpa - il presidente Fugatti ne commette un altro, l’ennesimo, firmando una seconda ordinanza di uccisione per il povero animale. Noi denunceremo chiunque gli farà del male».

«Se le ordinanze di uccisione sono infondate e inefficaci in sé, quella firmata oggi lo è ancora di più perché emanata da un’ammnistrazione che – prosegue Enpa - ha dato prova di clamorosa inefficienza, inadeguatezza e di una sconcertante ignoranza in materia di fauna selvatica. Tacciano i fucili e tutti gli attori coinvolti in questa brutta storia si seggano intorno a un tavolo per trovare una via d’uscita accettabile dal punto di vista etico e scientifico. Il Ministero dell’Ambiente rompa gli indugi e assuma la guida di questa operazione: l’orso Maurizio deve vivere. Naturalmente il nostro ufficio legale segue l’evolversi della situazione passo dopo passo».













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Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il meccanismo di frode era finalizzato a prospettare alle vittime la possibilità di accedere a finanziamenti erogati da organismi dell'Ue a condizioni molto vantaggiose. Ma per ottenerli era necessario pagare una somma per istruire la pratica: soldi da accreditare sui conti bancari di società aventi sede a Roma, Torino, Viareggio e Cagliari.