il caso

Orsi, la Lav rilancia: «Portare JJ4 e MJ5 in un rifugio sicuro»

Gli attivisti di «StopCasteller»: «Fugatti si dimetta. La gestione venga affidata a Ente Parco e Forestale»



TRENTO. La Lav rilancia. Ieri mattina (12 aprile) ha ufficializzato al Presidente della Provincia di Trento e al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin la disponibilità a trasferire immediatamente Jj4 in un rifugio sicuro. «La proposta viene allargata anche a Mj5», aggiunge oggi l’associazione animalista. «Ricordiamo che con una concreta alternativa alla morte per Jj4 l’Ordinanza del Presidente Fugatti che ne dispone l’uccisione è quindi inutile ed eseguirla comunque può integrare il reato di uccisione di animale “non necessitata”. Attendiamo l’ordinanza di uccisione per Mj5 per ribadire il medesimo concetto».

«Il Presidente Fugatti ha già alzato il tiro dichiarando che “questi 3 orsi verranno uccisi e per chi si candida per salvarli mettiamo a disposizione gli altri 70”», scrive la Lav in una nota. «La volontà della Provincia Autonoma di Trento è ormai chiara: non c’è l’intenzione di lavorare ad una convivenza pacifica tra cittadini e plantigradi attraverso buone pratiche già applicate con successo nel resto del mondo con l'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini, ma l’unico scopo dell’amministrazione sembra essere quello di ottenere vendetta aggiungendo sangue innocente a sangue innocente, per nascondere la mala gestione da imputare esclusivamente all’amministrazione provinciale».

Intanto rompono il silenzio anche gli attivisti della campagna StopCasteller  chiedendo le immediate dimissioni della Giunta provinciale: «Fugatti cerca ipocritamente di scaricare la colpa sugli "animalisti" per spostare l’attenzione e sfuggire alle responsabilità, ma è vero esattamente il contrario: il mandante di questo incidente disastroso è lui. Fugatti, Zanotelli e De Col si dimettano immediatamente».

«Uomini e orsi sono, ancora una volta, vittime della deliberata assenza di gestione da parte della Provincia autonoma di Trento, del suo ripetuto rifiuto di programmi di prevenzione ed educazione», proseguono. «La cartellonistica da sola non basta, è come scrivere sui pacchetti di sigarette "il fumo uccide": rendere consapevole la popolazione è ben altro lavoro e comporta ben altro impegno. Un lavoro che deve essere fatto da persone competenti e qualificate. La gestione deve essere tolta alla PAT e alla Protezione civile e affidata a scienziati, Ente Parco e Forestale, come avviene in ogni parte del mondo», concludono.













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