Taio dice addio a Modesto Cova, tra gli ultimi reduci di Russia

Taio. Ieri è stato salutato, per l’ultima volta, l’alpino Modesto Cova, 98 anni, “andato avanti” con la serenità che l’ha accompagnato in tutti gli ultimi suoi anni. Lucido fino alla fine, si è...



Taio. Ieri è stato salutato, per l’ultima volta, l’alpino Modesto Cova, 98 anni, “andato avanti” con la serenità che l’ha accompagnato in tutti gli ultimi suoi anni. Lucido fino alla fine, si è spento all’ospedale di Cles, dove era stato ricoverato due giorni fa dopo una banale caduta in casa. Classe 1922, Cova era ormai uno degli ultimi reduci della campagna di Russia, dove la sfortuna di una pallottola che gli aveva trafitto un braccio lo ha trasformato in uno dei non molti fortunati che sono riusciti a tornare a casa da quella sciagurata spedizione. L'invalidità causata dalla ferita di guerra non gli impedirà di diventare poi un ottimo giocatore di tamburello e di essere per anni il custode della diga di Santa Giustina come dipendente della Edison. Ma non solo, da buon noneso Cova ha anche avuto il tempo di dedicarsi al suo piccolo meleto, un hobby che ha vissuto con passione curando personalmente il frutteto fino ad una decina di anni fa. E fino ad un anno e mezzo fa aveva ancora la patente di guida! Il segreto della sua longevità? La curiosità e il saper guardare avanti seguendo i tempi, interessandosi ed informandosi, con meraviglia, di tutte le novità che gli capitava di osservare, anche le più complicate. «Durante le lezioni a distanza a cui erano stati costretti nei mesi scorsi i nipoti che studiavano da casa, voleva capire come mai, perché e come facevano, dimostrando fino alla fine freschezza e lucidità» - lo ricorda il genero Lorenzo Rizzardi, vicesindaco di Predaia fino a pochi giorni fa. L’ultima festa di famiglia era stata per il suo 98° compleanno e Modesto Cova ci sperava di arrivare ai cento anni, anzi talvolta si sentiva già un centenario… Per poco non ci è riuscito e ieri i suoi alpini lo hanno accompagnato con figli, nipoti e tanti amici e compaesani, nell’ultimo viaggio. G.E.















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