Peio, concimaia con i muri rivestiti di pietra 

Ma solo quelli a vista come vuole il Comune, che sul punto si è opposto alle prescrizioni della Comunità



PEIO. La giunta provinciale ha accolto il ricorso presentato a inizio ottobre dal sindaco di Peio, Angelo Dalpez, riguardo alla proposta progettuale per la realizzazione di una struttura che raccoglie le concimaie (depositi di letame prodotti in stalla) di quattro aziende agricole a indirizzo zootecnico del luogo. La costruzione dovrebbe avvenire in un’area di proprietà comunale all’interno della Val de La Mare, nel settore inferiore fra la località Pont e i Masi Guilnova, in una zona non particolarmente esposta dal punto di vista panoramico.

L’intervento proposto consiste nella realizzazione di un manufatto edilizio a pianta rettangolare di dimensioni 26 x 10,8 metri, costituito da quattro elementi uguali accostati, corrispondenti agli spazi per la raccolta del letame prodotto dalle aziende agricole. Il progetto prevede una muratura in cemento armato, rivestita esternamente in pietra del posto. Sotto il profilo urbanistico, l’ambito ricade per il Pup in area di tutela ambientale e all’interno del perimetro del Parco Nazionale dello Stelvio.

A inizio settembre la Commissione per la pianificazione territoriale e il paesaggio della Comunità della Valle di Sole (Cpc), richiamate le norme provinciali concernenti la tutela paesaggistico-ambientale, le indicazioni della carta del paesaggio e le relative linee guida del Pup, ha concesso l’autorizzazione alla realizzazione degli interventi richiesti, però con alcune prescrizioni, tra le quali spicca la disposizione che la parte muraria sia rivestita completamente in pietra locale. Il Comune di Peio ha quindi presentato ricorso alla giunta provinciale, chiedendo di rivedere la prescrizione espressa dalla Cpc della Comunità di Valle per limitare il rivestimento in pietra delle sole parti di muratura emergenti dal suolo.

La giunta provinciale ha ora accolto il ricorso, in quanto la prescrizione contenuta nel provvedimento espresso dal Servizio sviluppo sostenibile e aree protette – richiamata nel proprio pronunciamento dalla Cpc della Comunità della Valle di Sole – si limita a indicare che le sole murature esterne a vista andranno rivestite in pietra locale con fughe arretrate a simulare un paramento a secco.

Si tratta infatti di una disposizione finalizzata esclusivamente a migliorare il risultato estetico del manufatto – facendogli assumere un carattere più aderente e coerente con la tradizione locale e con l’ambiente in cui si colloca – e quindi a un inserimento paesaggistico-ambientale più confacente all’area a Parco. Sotto questo profilo, meramente estetico dunque, non avrebbe senso rivestire parti murarie di cui poi è prevista la ricopertura con terreno, facendo incrementare i costi senza un effettivo beneficio per la tutela del paesaggio. Già il progetto preso in esame, tra l’altro, prevedeva queste disposizioni. (f.b.)













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