Alta Val di Non 

La Regione  mette fretta per il nome ai 3 Comuni 

Alta val di non. Tra poco più di sei mesi (1 gennaio 2020) come deciso nel referendum del 18 dicembre 2016, nascerà il comune unico tra Fondo, Castelfondo e Malosco, che però non ha ancora un nome. I...



Alta val di non. Tra poco più di sei mesi (1 gennaio 2020) come deciso nel referendum del 18 dicembre 2016, nascerà il comune unico tra Fondo, Castelfondo e Malosco, che però non ha ancora un nome. I tempi stringono e la giunta regionale, su proposta dell’assessore agli enti locali Claudio Cia, mercoledì scorso, attivando la procedura prevista dall'articolo 333 del Codice degli enti locali, ha dato tempo una mese ai tre Comuni di proporre una nuova denominazione che dovrà in ogni caso essere confermata da un nuovo referendum, stavolta senza quorum.

La delibera della Regione nelle premesse prende atto della “sussistenza di fondate problematicità sulla denominazione Comune di Alta Val di Non - oggetto di ricorso avanti al Tribunale di Trento da parte dei Comuni di Romeno, Cavareno e Ronzone - tali da non consentire l'approvazione da parte del consiglio regionale del disegno di legge istitutivo del comune stesso dopo quasi due anni dalla sua (prima) presentazione”. La questione è vecchia come detto di almeno un paio d’anni, ma ora l’accelerazione impressa dalla Regione mette di fatto le tre amministrazioni davanti ad una scelta obbligata, da decidere in tempi brevi e certi.

«Io per parte mia una proposta l’ho avanzata, chiamare il nuovo comune Castel - Fondo - Malosco. Non sarebbe né una novità né una forzatura, perché come si può notare in altre fusioni, non sono pochi i comuni unici che nella denominazione finale conservano pari pari il nome dei comuni di provenienza» - afferma il primo cittadino di Castelfondo, Oscar Piazzi. Nessuna imposizione – sottolinea Piazzi – la mia è una proposta come quelle che sicuramente verranno anche dai colleghi di Fondo e Malosco. Ciò che è certo è che la Regione – come ha spiegato l’assessore Cia ai tre sindaci in un incontro a Trento in aprile – la denominazione dovrà essere confermata da un referendum, che potrà – se non c’è una proposta unitaria – sottoporre al voto dei censiti anche più denominazioni. Vincerà, ovviamente, la più votata. G.E.















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