In tanti all’eremo di San Biagio innevato 

Romallo, dopo la messa celebrata da don Ferrari e don Scoz, il rito della benedizione delle gole



ROMALLO. Particolarmente suggestiva e partecipata, grazie anche alla cadenza domenicale, l’edizione 2019 della celebrazione in onore a san Biagio, santo martire di origine armena vissuto tra il III ed il IV secolo.

Oltre alla grande spiritualità dell’omonimo eremo, costruito nel XIII secolo sopra uno sperone di roccia emergente dalla forra del torrente Novella, quest’anno si è aggiunta la neve a rendere il tutto unico e più affascinante, offrendo ai tanti fedeli convenuti un paesaggio davvero mozzafiato.

La messa è stata concelebrata dal parroco di Romallo, don Mario Ferrari e da don Renato Scoz, sacerdote molto conosciuto in Val di Non per la sua quarantennale attività di insegnante presso l’istituto agrario di San Michele, dove molti studenti nonesi lo hanno apprezzato per il suo impegno di educatore.

I religiosi hanno poi svolto il rito della benedizione della gola con l’imposizione delle due candele incrociate. San Biagio infatti è noto come il santo protettore della gola. La tradizione, tra storia e leggenda, racconta che dal santo accorse una donna piangente, tenendo tra le braccia il figlio morente chiedendo che lo guarisse: una lisca di pesce gli si era infatti confitta nella gola e nulla era valso a toglierla, e il ragazzo era alla fine. Il santo pose le mani sopra il corpo esanime e tossendo il ragazzo sputò la spina e guarì.

Al termine della celebrazione il sindaco di Romallo, Silvano Dominici, ha ringraziato la famiglia Facinelli per la cura e la meticolosità con la quale custodisce e conserva questo luogo simbolo. Il sindaco inoltre, salutando i molti fedeli sopraggiunti da Romallo ma più in generale da tutta la Val di Non, ha evidenziato quanto forte sia il legame della comunità per questo luogo. Luogo – ha aggiunto il primo cittadino – importante e significativo per il suo valore spirituale ma anche per l’ambientazione in una forra che oggi rappresenta anche un’opportunità di sviluppo turistico per il territorio del Novella, e anche per l’agricoltura che su quei pendii seppur impervi è sempre stata generosa e ha sempre dato sostentamento alla gente di Romallo.

Importante e sempre molto apprezzato anche il momento conviviale finale che ha dato l’opportunità ai devoti di san Biagio di consumare il frugale pasto della minestra di trippe sapientemente preparato dalle immancabili Donne Rurali capeggiate dalla ormai storica capogruppo Lucia Magagna con la collaborazione della Pro Loco di Romallo guidata da Donatella Polonio.

Impeccabile anche il servizio di controllo del traffico con gli agenti della Polizia Locale e dei vigili del fuoco di Romallo, agevolati peraltro dal fatto che la maggior parte dei partecipanti, vista l’abbondante nevicata, ha preferito raggiungere a piedi il caratteristico romitorio con una salutare camminata. (g.e.)















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