«I lupi a Castelfondo vanno contenuti subito» 

Dopo l’ultimo ritrovamento di carcassa di capriolo sbranato vicino al paese il sindaco Piazzi chiede di responsabilizzare i caacciatori per aiutare i forestali


di Giacomo Eccher


CASTELFONDO. «Preoccupazione non ancora, ma la gente vedendo i lupi scorrazzare vicino alle case qualche domanda se lo sta facendo!» Risponde così il sindaco Oscar Piazzi in merito al capriolo sbranato dai lupi poco oltre il centro abitato di Castelfondo, lungo la strada che dalla Madonna della Neve sale verso Salobbi.

L’ungulato, documentato dalle foto che un cacciatore ha postato su Facebook, è chiaramente vittima del lupo, un carnivoro che – spiega Piazzi, cacciatore oltre che sindaco – ha un modo tutto suo di “trattare” le prede. Un problema, quello dei grandi predatori, che a Castelfondo – afferma - c’è sempre stato. Solo che le dimensioni del fenomeno erano sotto controllo e il rapporto tra prede e predatori era in equilibrio come dovrebbe essere in natura e pertanto non interferiva con la dimensione antropica. «Adesso invece, a causa delle decisioni adottate con i progetti di ripopolamento dell’orso e in parte anche del lupo (ma sul territorio c’è pure la lince, Piazzi ne è convinto, ndr) l’equilibrio non c’è più e ad andarci di mezzo sono le comunità di montagna che si vedono private del territorio che abitano e usano da secoli e del quale non possono più usufruire con una sufficiente serenità.

Castelfondo, con il suo territorio in gran parte incontaminato è da sempre zona di passaggio dell’orso e ormai è documentata la stanzialità di un branco di cinque o sei lupi.

«Ecco, se non si interviene tra un anno questi cinque o sei lupi diventeranno dieci, poi venti e avanti così, e non possiamo più attendere che una politica provinciale sempre più lontana dai territori e dalla gente decida finalmente di intervenire, perché quando lo farà sarà troppo tardi» - afferma il primo cittadino.

La soluzione che Piazzi propone - come sindaco e come cacciatore – è che finalmente finisca l’auto-referenzialità delle autorità centrali per tornare finalmente al dialogo e alla gestione condivisa con i territori. «L’uomo di montagna in passato ha convissuto con gli animali del bosco, ma c’era equilibrio, adesso l’equilibrio sta saltando e bisogna intervenire prima che sia troppo tardi!» ribadisce.

Per Oscar Piazzi l’interlocutore naturale per la gestione della fauna selvatica sono le riserve venatorie e quindi corresponsabilizzare i cacciatori e non lasciare tutto, come succede oggi, alla competenza dei custodi forestali. «Sono in quattro in un territorio dell’Alta Anaunia che va da Romeno al passo Castrin e non possono essere efficaci né tanto meno tranquillizzanti per la popolazione, che la montagna la vuole vivere con serenità».

Una posizione questa – afferma – che è condivisa dall’intera amministrazione comunale di Castelfondo, dove peraltro dei quattro membri che compongono la giunta tre sono cacciatori. Piazzi è poi convinto che se si facesse una politica delle mangiatoie in montagna negli inverni come questo di abbondanti nevicate, si terrebbero in quota gli ungulati e di conseguenza anche i lupi, che peraltro – aggiunge - nel territorio di Castelfondo stanno esagerando: ormai non passa giorno che non si rinvengano carcasse di animali sbranati. Una perdita di selvaggina che vanifica del tutto o quasi gli stessi piani di prelievo venatorio.













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