Fusione, anche Cavareno  è pronto per il referendum 

Via libera a maggioranza. In consiglio comunale 10 sì e 5 no alla richiesta da inviare alla Regione. Gilberto Zani non ha dubbi, ma secondo Keller l’unione di soli tre Comuni è limitativa



Cavareno. Con dieci voti a favore e 5 contrari (a votazione segreta, chiesta dalla minoranza) il consiglio comunale di Cavareno ha inviato alla Regione la richiesta di indizione del referendum consultivo per far nascere, con Ronzone e Romeno, il comune unico “Belvedere d’Anaunia”.

Il sindaco

«Dopo cinque anni di convivenza nell’Unione Alta Anaunia, è diventata una necessità più che un dovere fare il passo successivo, creare un comune unico per dare e garantire qualità e quantità di servizi ai nostri cittadini» - ha esordito il sindaco Gilberto Zani. «L’Unione (nata a cinque ed ora ridotta a tre dopo l’uscita di Malosco e Sarnonico, - ha spiegato – in questi anni ha fatto un buon lavoro, ci ha fatto risparmiare 600.000 euro di denaro pubblico, pur garantendo tutti i servizi, anzi migliorandoli. Ma l’Unione è un’entità complessa, con bilanci distinti (uno per municipio più quello comune) e varie convenzioni che si intrecciano per la gestione dei vari servizi. Avere un ente unico darebbe molta più agilità ed efficienza e poi non si può continuare all’infinito con l’Unione citando l'esempio della Valle di Ledro che dopo dieci anni si è unita in un unico comune».

«Se qualcuno pensa che a stare fermi i problemi si risolvono, si sta illudendo. Illusione da cui dovrà ben presto risvegliarsi e rapportarsi con una realtà dove i numeri contano e conteranno se si vuole continuità nei servizi anche nei centri più piccoli» - ha spiegato Gilberto Zani.

Il progetto

Il sindaco di Cavareno ha quindi dato lettura, punto per punto, del progetto di fusione così come verrebbe inserito nella deliberazione regionale per indire il referendum nella prima metà del prossimo mese di settembre. Per la consultazione sarebbe previsto il quorum di votanti del 40 per cento, il territorio interessato riguarderebbe i territori di Romeno (con relative frazioni), Cavareno e Ronzone con sede legale a Cavareno.

Se passerà il referendum con la prevalenza di sì nei tre comuni, nel maggio 2020 verrà eletto il primo sindaco ed il primo consiglio con la presenza garantita, in questa prima tornata, di almeno tre consiglieri per ognuno degli ex comuni, a prescindere dalle preferenze.

Il dibattito

A questo punto si è aperto il dibattito con un lungo intervento, dai banchi della maggioranza, del consigliere Mauro Keller (che per inciso è il presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige). Keller ha subito premesso di votare a favore della richiesta di referendum perché è la gente che deve esprimersi, ma ha avanzato una serie di riserve sull'opportunità di una fusione a tre ritenuta limitativa e anche divisiva.

«Purtroppo i sindaci non si parlano nemmeno più, atteggiamento che è percepito dalla popolazione e non è un bel modo per costruire il futuro dell'Alta valle». Keller avrebbe preferito un ragionamento ed un coinvolgimento più ampio con tutto il territorio altoanauniese: allora sì che la fusione avrebbe avuto un senso».

«Ci abbiamo provato, siamo partiti con nove comuni nel 2012 poi alcuni si sono defilati subito, mentre con alcuni altri l’Unione è arrivata in porto. Per dialogare bisogna essere in due» - ha obiettato il sindaco annunciando tra gli obiettivi del comune unico la realizzazione di una casa di riposo.

La minoranza

«Un’opera che non si può fare per soli 3.000 abitanti, è evidente che bisogna coinvolgere anche gli altri comuni» - ha obiettato dai banchi della minoranza Damiano Zini. Il “no” delle opposizioni alla delibera è stato argomentato dalla portavoce Carla Podetti. «Questa è una fusione tra maggioranze, la gente non è stata coinvolta e non c’è traccia di un progetto serio che porti ad una vera unione delle comunità. Si creano piuttosto nuove contrapposizioni, e sarebbe ora di capire che nella cosa pubblica si amministra, non si comanda!»

A questo punto Carla Podetti ha chiesto il voto segreto in cui minoranza e maggioranza si sono dimostrate compatte nelle rispettive convinzioni. G.E.













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