IL LUTTO

Dimaro, Fulgido Ognibene Mora una vita spesa per il lavoro 

L’imprenditore edile e turistico si è spento a 80 anni lunedì. Era arrivato in Valle di Sole da Bagolino negli anni Cinquanta


di Elena Baiguera Beltrami


DIMARO FOLGARIDA. È mancato lunedì sera all’affetto dei suoi cari, dopo una lunga malattia Fulgido Ognibene Mora, 80 anni, imprenditore edile e nel settore turistico alberghiero, molto noto in val di Sole e principalmente a Dimaro, dove risiede gran parte della grande famiglia Mora. Una famiglia di 5 figli arrivata in valle con l’impresa edile nella quale lavoravano i tre figli maschi: il “Bene”, l’Attilio e Celeste, all’inizio degli anni Sessanta, ma che ha le proprie radici a Castagneta di Bagolino, sul confine tra la provincia di Trento e il Bresciano.

Il Bene, questo era il soprannome in casa di Fulgido, è il leader, i fratelli si affidano al suo fiuto, alla sua intraprendenza, alla sua prorompente imprenditorialità. Verso la fine degli anni Cinquanta ogni giorno partono da Bagolino tutti e tre a bordo del motocarro per andare a tirar su mattoni in Val di Sole, una vita durissima, di fatiche vere, fino a quando la grande famiglia allargata non riesce a stabilire la residenza a Dimaro. Nei primi anni Settanta la Mora Edil spa costruisce il primo albergo, l’hotel Renzi e poi, negli anni del grande sviluppo turistico di Folgarida e Marilleva, gli altri hotels.

La famiglia cresce, il Bene ha tre figli ed il fratello Attilio sei, tutte femmine e negli anni Ottanta arrivano anche gli investimenti in strutture alberghiere: l’Anna Maria e l’Union a Folgarida, il San Camillo (ex colonia estiva) a Dimaro, il Catturanino a Madonna di Campiglio. Nella stazione turistica invernale rendenese il Bene tenta anche altre speculazioni immobiliari. Dal punto di vita imprenditoriale l’uomo, classe di ferro 1938, è quelli che si definisce una “macchina da guerra”, sempre a testa bassa sul lavoro, ma come ricorda il nipote Gianluca Bordiga, figlio di una sorella: «Il suo carisma era mastice per la famiglia, che cerca di tenere sempre unita: figli, fratelli, nipoti, nuore, tutti insieme al lavoro, quello per lui era il vero patrimonio, anche se a volte per troppo amore si sbaglia e ci si accorge solo quando ormai è tardi».

Sulla fine degli anni Novanta le imprese di costruzione sono circa 8.000 in Trentino e la concorrenza è altissima e molto agguerrita. In seguito l’attività dell’impresa di costruzioni passa al figlio Matteo e la gestione delle imprese turistico - alberghiere a Matteo insieme alle sorelle Annamaria ed Elisa.

Nel 2007/2008 la crisi economica morde e l’edilizia subisce ovunque una pesante battuta d’arresto, poco dopo per Fulgido Ognibene Mora e per la sua famiglia arrivano altre preoccupazioni: la malattia di lui ed altri problemi di carattere legale. Accanto a lui la moglie Guglielmina, sempre, anche nei momenti più difficili.

Dopo giorni di agonia e una lunga e dignitosa battaglia contro il tumore, Fulgido Ognibene ha chiuso gli occhi per sempre. L’ultimo saluto della comunità solandra alla famiglia si è tenuto mercoledì 27 giugno.

 













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