Campodenno 

Commosso addio del paese all’ex sindaco Albino Longhi

CAMPODENNO. La notte tra venerdì e sabato scorsi è venuto a mancare Albino Longhi, già sindaco di Campodenno dal 1970 al 1980. Il funerale si è celebrato con sentita partecipazione e caldo affetto da...



CAMPODENNO. La notte tra venerdì e sabato scorsi è venuto a mancare Albino Longhi, già sindaco di Campodenno dal 1970 al 1980. Il funerale si è celebrato con sentita partecipazione e caldo affetto da parte della cittadinanza.

Arrivato in zona come operaio di una ditta che costruiva la strada di accesso al paese, con grande intraprendenza ha iniziato a lavorare in proprio vendendo articoli di mercerie, spostandosi con la sua bicicletta. Con il fiorire dell’attività si è in seguito evoluto acquistando una motocicletta, sulla quale legava una valigia per i prodotti che vendeva. Successivamente ha proseguito la sua carriera lavorativa con una confortevole Giardinetta. Dopo aver ampliato geograficamente la sua professione, ha compiuto un azzardo per quei tempi: ha aperto un negozio, prima in affitto a Campodenno, e poi acquistando un immobile nel quale ha arricchito l’offerta commerciale attraverso la vendita di articoli di arredamento. Si è costituito un’azienda da zero con grande impegno e dedizione, fornendo un servizio alla comunità di Campodenno. Era inoltre conosciuto per la fornitura di materassi e accessori da moltissimi albergatori, soprattutto dell’altopiano della Paganella. Gran lavoratore nella vita privata, si è impegnato attivamente nell’amministrare il Comune di Campodenno.

Eletto sindaco nel 1970, è rimasto in carica fino al 1980 prodigandosi attivamente per il bene della comunità, realizzando molte opere e sottraendo anche del tempo alla famiglia, composta dalla moglie e da quattro figli. Ha guidato il Comune in un periodo non semplice, non solo dal punto di vista politico, ma anche per il momento storico caratterizzato dallo sviluppo urbanistico ed edilizio.

L’attuale sindaco, Daniele Biada, non lo ricorda solo come amministratore, ma come persona corretta e vicina alla vita politica del Comune, attento alle problematiche e obiettivo nei giudizi. «Lo evidenzia la sua costante vicinanza – racconta Biada – dimostrata soprattutto in questi ultimi anni. In più occasioni ha raccontato alcuni passaggi della vita del Comune del periodo in cui era sindaco per far riuscire ad apprezzare il benessere di oggi e a far comprendere le difficoltà che ha affrontato nel contribuire a rendere il Comune quello che è ora. Quando si recava in Comune, prima di scendere le scale, bussava alla porta dell’ufficio del sindaco per salutare e chiedere informazioni sull’attività. Con grande umiltà rispettava il mio ruolo mettendosi in secondo piano in modo inusuale per i nostri tempi. Prima di uscire mi salutava con le solite parole: “Daniele, vai avanti». (f.b.)













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