Cles rende omaggio alla memoria di Ivo de Carneri 

Il consiglio comunale ha conferito all’illustre parassitologo  la “Tavola clesiana d’argento”, massima onorificenza



CLES. “Chi è stato quindi il professore Ivo de Carneri? Un nòneso eccellente!” Questa in estrema sintesi la motivazione per cui il consiglio comunale ha conferito all’illustre parassitologo la “Tavola clesiana d’argento” alla memoria, la massima onorificenza comunale.

“Considerato il maggior esperto mondiale di parassitologia, Ivo de Carneri ha operato in molti Paesi del Terzo mondo per migliorare le condizioni di vita di quelle comunità pur rimanendo sempre legato a Cles, suo luogo natale, dove ritornava ogniqualvolta i suoi impegni lo permettevano”. Così nel preambolo della delibera approvata all’unanimità lunedì scorso dal consiglio comunale e che riprende tratti della biografia dedicata all’illustre studioso noneso dal dottor Andrea Graiff. La dedica verrà solennizzata nel corso di un’assemblea pubblica aperta alla cittadinanza il 23 novembre, nella sala Borghesi Bertolla.

Ivo de Carneri, morto improvvisamente il 21 novembre 1993 a Milano, ora riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Cles e ha lasciato un’eredità scientifica di primissimo piano che perdura tutt’oggi nelle azioni di solidarietà internazionale della Fondazione nata nel 1994 che porta il suo nome. È stato scienziato, didatta, scrittore, umanista, etnologo, sociologo. “Descritto dai suoi amici e colleghi come uomo intransigente dal punto di vista scientifico, aperto però al dialogo: i suoi giudizi taglienti. Anticonformista dal carattere generoso, d’intelligenza brillante e di grande cultura, era anche poliglotta: parlava correntemente l’inglese, il francese, il tedesco e il portoghese. L’idioma che però gli era più congeniale era la lingua materna, il nòneso, che parlava volentieri appena gli era possibile”.

Appena libero dai numerosi impegni, reduce da un viaggio a New York o a Londra, dove volava per passare ore nelle biblioteche scientifiche ad aggiornarsi, o da una missione in Africa, se ne tornava a Cles, nella casa paterna, a godere la vista delle montagne della Valle di Non, o, zaino in spalla, a percorrere i sentieri della Valle di Tovel o del Monte Peller in compagnia della moglie Alessandra Carozzi e degli amici più cari.

Anche da un punto di vista umano Ivo de Carneri fu un personaggio eccezionale: amava parlare, scherzare, godere della presenza nella sua casa milanese di amici e colleghi, cui preparava personalmente le specialità gastronomiche etniche che nei suoi frequenti viaggi imparava a cucinare. Era soprattutto esperto, però, di gastronomia nònesa, come ricorda la moglie Alessandra Carozzi. Accanto a questa dimensione ‘valligiana’ finora poco noto, c’è l’altra “faccia” del professore, quella scientifica e filantropica di levatura assolutamente internazionale e che dura nel tempo grazie alle sue scoperte ed ai suoi studi. Una produzione scientifica oltremodo feconda: circa 345 pubblicazioni su riviste scientifiche soprattutto internazionali riportano i risultati e le scoperte delle suoi studi di Parassitologia, di Chemioterapia antinfettiva e di Mutagenesi ambientale. Negli ultimi anni di vita ha dato inizio ad un importante progetto di collaborazione con i governo di Zanzibar, nell’isola di Pemba, attività che continua ancora oggi grazie alla Fondazione ed anche al gemellaggio con Cles che dura già da anni e che è stato recentemente formalizzato nel corso di una visita in Africa del sindaco Ruggero Mucchi. (g.e.)















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