Cles, «L’Inno d’Europa è per tutti i Caduti» 

La risposta del sindaco Mucchi alla lettera polemica di Graiff sulla scelta musicale per il 4 Novembre



CLES. La mancata esecuzione lo scorso 4 novembre, giornata delle forze armate, de “La Canzone del Piave” a Mechel nel cimitero e quindi a Cles davanti al Sacello di Fatima che ricorda i Caduti di tutte le guerre, non è piaciuta all’avvocato Marcello Graiff che ha sollevato la questione nel corso della recente assemblea delle Penne nere clesiane. Una polemica diretta anche perché a vietare (o forse a sconsigliare) l’esecuzione del canto è stato il sindaco Ruggero Mucchi, che non ha difficoltà ad assumersene la responsabilità.

Ma andiamo per ordine. “Nel passato anno – scrive Graiff nella lettera al capogruppo degli alpini di Cles, Bernhard Avanzo - oltre alle tradizionali presenze gli Alpini di Cles e gli amici sono stati attivi nel presenziare alla memorabile adunata di Trento, ospitando con cordialità gruppi e famiglie oltre che aiutando allestimenti di ricordo. L'anno del centenario della fine della Grande Guerra è stato pure solennemente ricordato con tutti i Caduti e Combattenti e nell'auspicio che la giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale possa rappresentare un richiamo perenne alla Pace. La circostanza che il 4 novembre (a Mechel e a Cles) un tradizionale canto patriottico italiano (la Canzone del Piave) non possa essere stato pubblicamente eseguito malgrado la richiesta del capogruppo e di altri, può rappresentare un limite alla libertà e alla consuetudine che ha visto anche il presidente della Repubblica in quel giorno accompagnato dalle note del "Piave" sia all'Altare della Patria che al Sacrario di Redipuglia. Non fa parte di un rituale vuoto e ripetitivo (e mai neppure superato) quello che in tutta Italia è parte della cerimonia che accomuna Unità d'Italia, Vittoria, Forze Armate, Caduti di tutte le Guerre e coloro di chi è stato in modi diversi al servizio della Patria. Quanti si fregiano della bandiera nazionale dovrebbero attenersi a cerimonie che nel loro insieme tradizionalmente indicano unità di mente, di cuori e di intenti”. Così la lettera di Graiff.

“Una decisione che ho preso per dare al 4 Novembre il significato di vera giornata per ricordare Tutti i Caduti in tutte le guerre” - la replica del sindaco. Che con particolare riferimento alla prima guerra mondiale, la cui fine ha originato la celebrazione del 4 Novembre, fa notare che dalla ricognizione fatta dagli uffici comunali, i concittadini di Cles caduti sono stati 81 e di questi 80 sono morti con la divisa austroungarica. “Per questo mi pareva una forzatura eseguire nell’occasione un canto, quello del Piave, che non è certo un inno alla pace ed alla concordia tra i popoli, una volta nemici ma ora uniti sotto la stessa bandiera europea. Per rendersene conto basta leggere le strofe”. Da qui la decisione di far eseguire dalla banda davanti ai due monumenti ai Caduti l’Inno d’Europa, un brano che il sindaco ritiene più consono alla circostanza. E così si farà anche nelle prossime occasioni ufficiali.

E quanto alle obiezioni di Graiff sul mancato rispetto del “rituale” per la commemorazione del 4 novembre, Mucchi obietta che non esiste, almeno da quando la ricorrenza è stata depotenziata facendone cadere la festività, un cerimoniale ufficiale. “Unico obbligo è attenersi ad una commemorazione rispettosa del significato e degli obiettivi che la ricorrenza ci vuole tramandare, e penso che con l’esecuzione dell’Inno alla Gioia l’abbiamo ampiamente rispettato”. (g.e.)















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