Aree edificabili “presunte” accertamenti fiscali per 60 

La querelle. Il Comune di Ronzone, di fatto obbligato dalla Provincia, richiede il pagamento  dell’Imu. Oggi alle 17 riunione dei proprietari guidati da Giancarlo Abram: «Faranno ricorso»


Giacomo Eccher


Ronzone. Sono molti i proprietari, una sessantina, che in questi ultimi giorni sono stati raggiunti da un avviso di accertamento fiscale inviato dal Comune, che richiede il pagamento dell’Imu per aree “presunte” edificabili. Di questo si parla oggi alle 17 nella sala del municipio nel corso di una riunione convocata dall’ex sindaco Giancarlo Abram, ora privato cittadino. «Io non sono toccato da questa raffica di accertamenti, ma sono stato contattato da più persone ed è nata l’idea di un coordinamento per decidere il da farsi» - scrive nell’avviso di convocazione. Questa in realtà è la seconda riunione organizzata, però la prima, prevista sabato 18 gennaio, era saltata per un disguido sulla disponibilità della sala pubblica.

L’obiettivo dell’incontro di oggi è proporre un ricorso collettivo alla Commissione Tributaria di primo grado di Trento avverso gli avvisi recapitati in questi giorni riferiti a terreni “presunti” fabbricabili. «In questo modo – spiega Abram – si farebbero sospendere i termini per pagare gli importi richiesti fino alla conclusione dell’iter del ricorso, da 4 mesi a 2 anni».

Tutta la vicenda ruota attorno all’interpretazione delle norme particolari per le zone B (di completamento) introdotte da una variante del Prg nel 2014. Aree inedificabili o inedificate e pertanto usufruibili in termini di volumetria edilizia? Qui in sostanza ruota la querelle e su queste basi la Provincia nel 2017 ha chiesto al Comune di Ronzone la somma di 182.866,61 euro per alimentare il Fondo di solidarietà previsto dall’art. 13 della legge provinciale 30 dicembre 2014, n. 14, quale componente del Fondo perequativo: 85.781,09 euro in più di quanto calcolato dal Comune come somma dovuta al Fondo nell’anno 2016 (che era di 95.023,80 euro) e questo per effetto della variazione del gettito Imis, calcolata per l’anno 2017. La diversa interpretazione dell’edificabilità dei terreni in questione ha infatti fatto schizzare in alto i valori rivalutando di molto il valore di riferimento delle aree catalogate come residenziali.

Contro quella richiesta di surplus provinciale il Comune di Ronzone aveva fatto ricorso al Tar di Trento sostenendo che “la nuova stima del gettito Imis 2017, che vede l’aumento sproporzionato dello stesso rispetto agli anni precedenti, era il risultato di un mero formalismo in quanto, rispetto alla edificabilità dei suoli, non si è avuto di certo questo aumento rispetto alla situazione urbanistica preesistente”. L’impugnazione è però stata respinta dal Tar ed ora arrivano gli avvisi ai censiti. «Accertamenti che se per il 2017 si riferiscono solo ad un paio di mensilità si potrebbero riproporre nei valori anche in seguito se non interverranno correttivi» - afferma Abram.

Le ragioni per impostare un ricorso tributario sono complicate, ammette l’ex sindaco, ma vale la pena tentare. Abram è anche orientato ad inoltrare, a nome dei censiti interessati, un esposto specifico “collettivo” al Difensore Civico della Provincia di Trento per far rivalutare i contorni della vicenda e i contenuti del Prg nella norma di attuazione contestata.













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