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A Campiglio un prato fiorito per salvare le api

Grande successo per l’attività di ricovero in quota con i “bee hotels”: raddoppia lo spazio destinato a 40 tipi di fiori


Elena Baiguera Beltrami


MADONNA DI CAMPIGLIO. Tutti pazzi per la salute delle api a Madonna di Campiglio. Dopo un primo intervento in Conca Verde lo scorso anno, con l’installazione di un bee-hotel (un rifugio per api solitarie e diverse specie di pronubi) e con la semina di circa 250 metri quadrati di una miscela di coloratissimi fiori, quest’anno si raddoppia. Saranno infatti 550 i metri quadrati destinati ad ospitare una miscela di 5 differenti miscugli di fiori messa a punto dalla ditta francese “Nova Flore” che germoglieranno dando vita ad una esplosione di colori degna di un quadro di Monet. I miscugli di fiori arrivano a contenerne 40 tipologie diverse, i quali avranno una fioritura a scalare in modo da garantire agli insetti la presenza vegetativa per tutta l’estate.

Lo scorso anno l’effetto di questo angolo di Conca Verde rappresentò una vera e propria attrattiva per i frequentatori del polmone verde che campeggia nel cuore della località. Erano in molti, infatti, i turisti a fermarsi ad osservare e a chiedere che scopo avesse quel prato recintato pieno di splendidi fiori. La risposta alle tante domande stava nei bee-hotel, posizionati proprio lì accanto (anche se qualcuno ancora non coglieva il nesso tra quella esplosione di fiori e le casette). L’idea di questo escamotage per salvare le api è di un gruppo di ragazzi di Mantova, che si identificano come “realizzatori di idee”, i quali hanno dato vita ad una start-up di enorme successo.

I bee-hotels stanno infatti arrivando nei parchi pubblici di numerose città italiane, anche molto antropizzate, e sono efficacissimi per far capire ai passanti l’importanza delle api e della loro permanenza sul nostro pianeta. Per venire incontro alle più disparate esigenze di ogni singola specie (in natura ce ne sono 960), gli esagoni dei bee-hotel, composti da tante piccole suite, contengono dei materiali diversi. Non saranno però le api mellifere ad usufruire dei piccoli rifugi, quelle, come sappiamo, sono incredibilmente sociali e votate alla vita collettiva, pertanto, non hanno bisogno di questo genere di ricoveri. Il bee-hotel è la casa delle api solitarie, ognuna delle quali depone le proprie uova e se ne prende cura in autonomia. La particolarità delle api solitarie (ne esistono di diverse specie) è che costruiscono il proprio nido realizzando gallerie nella sabbia, nell’argilla, o in specifici tipi di legno.

E quindi però la domanda viene spontanea: non sarà pericoloso posizionare ricoveri per api in luoghi così frequentati anche dai bambini? E qui sta la motivazione principale che ha garantito il comune di Pinzolo nei confronti dell’opportunità di inserire in mezzo al paese queste installazioni, le api solitarie infatti non usano quasi mai il pungiglione e riescono a sopravvivere solo in presenza di fiori, dai quali traggono zuccheri, lipidi e proteine. Alcune di queste installazioni e miscele di fiori sono state collocate anche a Pinzolo, a suggellare come ci racconta l’assessore comunale Giuseppe Corradini – l’inserimento a pieno titolo di Pinzolo nel novero dei comuni “Amici delle api”.

«Potrebbe sembrare una cosa di poco conto – sottolinea Corradini – ma al di là del fatto che crediamo molto in questi interventi e vogliamo sensibilizzare i nostri ospiti sull’importanza della biodiversità, i costi non sono di poco conto. Una tipologia di miscela di fiori costa 310 euro al chilo, ma si tratta di una buona causa, oltre che di una istanza ambientale urgente da veicolare».













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