IL CASO

"Morte di Maria Magdalena Oberhollenzer, fu una disgrazia"

La Procura chiude l’inchiesta e contesta all’indagato solo l’omicidio colposo aggravato. L’autopsia e gli anatomopatologi confermano la tesi della difesa: si trattò di un tragico errore nella gestione di una pratica erotica estrema



BOLZANO. Patrick Pescollderungg, il 35enne finito nei guai per la morte di Maria Magdalena Oberhollenzer (trovata priva di vita nel suo appartamento a San Giorgio di Brunico il 27 dicembre di due anni fa) non sarà processato per omicidio volontario.

La Procura della Repubblica ha infatti notificato al giovane ed ai suoi avvocati (Marco Mayr di Bolzano e Ivo Tschutchenthaler di Brunico) l’avviso di conclusione indagine dal quale risulta completamente riformulato il capo d’imputazione.

In sostanza anche la Procura si è allineata sulle posizioni sempre sostenute dalla difesa e ritiene che vi siano sufficienti riscontri, anche scientifici, per ritenere che la morte della donna sia da addebitare ad una disgrazia. Anche la pubblica accusa, dunque, è convinta che da parte dell’indagato non vi fosse alcuna volontà di uccidere. Come detto il capo d’imputazione è stato adeguato. Patrick Pescollderungg (che è stato rimesso in libertà poco prima dello scorso Natale) dovrà infatti rispondere di omicidio colposo, con l’aggravante dell’abuso di relazioni domestiche. In sostanza la donna, così come sempre sostenuto dall’indagato, sarebbe rimasta vittima di un tragico errore durante un gioco erotico concordato.













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