Montagna

Montagna, incertezza sull’obbligo di Artva, pala e sonda

Il presidente Cai Carlo Alberto Zanella: «L’Alto Adige non ha ancora recepito la norma anche perché per come è scritta non si capisce nulla»



BOLZANO. Grande incertezza, a livello nazionale ma pure locale, sull’introduzione dell’obbligo di dotarsi di Artva, pala e sonda anche per chi effettua escursioni invernali con le racchette da neve “in particolari ambienti innevati laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistano rischi di valanghe”.

«Per come è stata scritta, della norma non si capisce nulla. Roma poi ha demandato l’applicazione alle Regioni e alle Province autonome, ma al momento Bolzano non ha recepito», taglia corto il presidente del Cai Alto Adige Carlo Alberto Zanella. Il vicepresidente del Cai Bolzano, Maurizio Veronese, chiarisce che a seguito di approfondimenti esperiti dai soci bolzanini con la Forestale, al momento pare sia escluso che vengano effettuati controlli, dato che a livello provinciale non è stato nemmeno approvato il relativo regolamento.

«La direttiva nazionale - chiarisce Veronese - demanda l’attuazione alle Regioni e alle Province autonome entro il 31 marzo».

Giuditta Trotti, responsabile della commissione escursionismo del Cai Bolzano, conferma: «Lunedì in una riunione interna così ci è stato comunicato. Per il momento ci atterremo alle linee guida elaborate dal Cai centrale. Al di là dei controlli, il Cai ha ritenuto di dover interpretare il decreto così: qualora il meteo e la situazione neve siano favorevoli, e qualora i pendii non superino i 27 gradi di pendenza, non sussiste obbligo».

Niente multe, dunque? «Non spetta a me giudicare, ma cosa ci sarebbe da contestare se in una giornata di bel tempo salgo al Corno del Renon? Comunque sia, il decreto non parla di obbligo, dice che bisogna dotarsi di apparecchio per la ricerca di persone travolte da valanga, pala e sonda qualora ci sia una situazione di rischio.

In montagna il rischio zero non esiste, ma fino a quando non sussisterà un vero obbligo noi seguiremo le nostre linee guida nazionali». Quest’inverno il Cai Bolzano ha in programma numerose escursioni in ambiente innevato, che però rispondono già ai requisiti: «Tracciato semplice, su forestali, lungo percorsi privi di pericoli. Almeno per quest’anno, dunque, per chi partecipa alle nostre escursioni nessun obbligo».

Quando si tengono le gite del Cai, chiarisce oltre il presidente altoatesino Zanella, «il capogita tiene una ispezione preventiva: non si effettueranno mai escursioni in zone di pericolo, dove sussiste il rischio di valanghe. A nostro avviso questo decreto nazionale, di cui ripeto non si capisce nulla su come si debba applicare, vale per gli scialpinisti, che comunque già usano Artva, pala e sonda, perché se non lo facessero sarebbero dei pazzi. Nelle gite con le ciaspole il capogita ne è dotato, ma per i gitanti non occorre».

Occorre invece, almeno per le attività istituzionali del Cai, e dunque anche in Alto Adige, l’obbligo di esibire il Green pass rafforzato anche per tutte le uscite svolte all’aperto. La circolare nazionale è stata diramata nei giorni scorsi.

Intanto, il Cai nazionale ha inviato al sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali, una richiesta di chiarimento corredata da una nota tecnica predisposta d’intesa con il Servizio valanghe italiano (Svi) e gli organi tecnici Cnsasa e Cce, “al fine di fornire corrette indicazioni e evitare l’insorgere di potenziali contenziosi con le Forze dell’ordine preposte alla relativa vigilanza, specie in caso di applicazioni restrittive”.

Secondo il Cai, la norma è eccessivamente generica e “tale da non consentire di cogliere l’esatta portata dell’obbligo introdotto e gli ambiti in cui potrà trovare, o meno, applicazione”. Infatti, non si riesce a comprendere quali siano le caratteristiche che debbano avere gli ambienti innevati per rientrare nella particolarità a cui si riferisce il decreto, fatto dirimente per l’applicabilità dell’obbligo di avere l’attrezzatura di autosoccorso.

Il Cai, inoltre, mette anche in luce come l’articolo incriminato, riferendosi alle valanghe, “usi impropriamente il termine rischio come sinonimo di pericolo” e che “il vero problema è individuare di quale livello di rischio si parli, tale da far scattare l’obbligo, se solo si considera che, nella scala europea del pericolo di valanghe anche il livello 1 – verde – debole, anche se limitato e con minimo potenziale dannoso, individua una pur contenuta forma di pericolosità”. DA.PA













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