vezzano 

Ricordare la guerra, per coltivare la pace 

La cerimonia di commemorazione con le autorità davanti al monumento dei Caduti



VEZZANO. La Comunità di Vezzano ha commemorato i Caduti di tutte le guerre. Don Cristiano Bettega ha celebrato la messa, nella chiesa parrocchiale, in memoria dei defunti di tutte le guerre. ”La storia - ha evidenziato - il 4 novembre ricorda la fine della prima guerra mondiale. La commemorazione dei Caduti è un invito ad essere costruttori di pace”. Al termine della messa, breve sfilata degli alpini con i gagliardetti, dei carabinieri in congedo, delle autorità: sindaco, assessori, consiglieri del Comune di Vallelaghi, comandante della stazione dei carabinieri di Vezzano, della popolazione al monumento ai Caduti, ora posizionato tra la chiesa, la canonica e la biblioteca di Vezzano.

Fino a qualche mese fa il monumento era nel piazzale adiacente al municipio di Vezzano. Dopo la realizzazione del parcheggio comunale a fianco del municipio, l’opera è stata traslata tra chiesa, canonica e biblioteca: una sede sicuramente più idonea e maggiormente visibile. Sulla facciata dell’edificio della biblioteca c’era, prima della costruzione del monumento nel piazzale vicino alla sede comunale, la lapide in memoria dei Caduti di Vezzano. Significativa la scritta posta in questa occasione sul monumento, a 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale: “Ricordare… capire: Ortigara, Adamello, Pasubio, Galizia, Tagliamento, Isonzo, Piave, Caporetto, Trento, Trieste… per un futuro di pace”.

Dopo l’alzabandiera, l’onore ai Caduti, con le note del silenzio fuori ordinanza, la deposizione di una corona di alloro, la solenne benedizione, il sindaco di Vallelaghi Gianni Bressan ha ricordato “le persone che hanno dato la vita per la nostra patria” sottolineando che “la guerra è sempre ingiusta, crudele, da ripudiare e la necessità di coltivare la pace”. L’assessore di Vallelaghi Verena Depaoli ha letto alcuni brani che hanno ribadito: “La guerra non porta mai la pace, con la guerra abbiamo solo da perdere, la Costituzione italiana ripudia la guerra, l’opera delle donne nell’assistenza di feriti e prigionieri”. L’alpino Paolo Tonelli ha fatto infine notare: “La stele nera e inclinata del monumento ci dice che la guerra è una cosa brutta e storta, che non va mai bene”. (e.z.)













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