Nel borgo del 1300 un museo e 16 botteghe 

A Spormaggiore il mercatino di Natale sta dando più soddisfazioni del previsto agli organizzatori


di Rosario Fichera


SPORMAGGIORE. «Un risultato sopra ogni aspettativa!». È questo il commento di Werner Decarli, presidente del comitato che ha dato vita al mercatino di Natale di Maurina, affascinante borgo medioevale di Spormaggiore, che sta riscuotendo in questi giorni un notevole successo tra i turisti, con una media di circa 300 persone al giorno.

Aperto il sabato e la domenica fino al 7 gennaio, il mercatino, dedicato all’orso bruno, uno dei simboli di Spormaggiore, è stato realizzato lungo l’antico portico che scorre sotto le case ammassate del borgo, con sedici botteghe di artigiani del posto, ricavate negli antichi locali con le volte a botte, un tempo destinati a cantine, fienili o al ricovero degli animali.

«L’idea del mercatino di Natale in questo affascinante borgo del 1300, in effetti, la devo a mia madre – racconta Decarli – è stata lei 5 anni fa a suggerirmela, per valorizzare dal punto di vista storico questo luogo, senza snaturane l’entità e fare conoscere i prodotti degli artigiani del nostro territorio. All’inizio non ho trovato subito chi credeva in questo sogno, poi ho parlato con Carlo Maurina e Ivano Maurina che mi hanno risposto: “si può fare” e così siamo partiti con l’iniziativa».

Che sta dando risultati superiori a quelli che immaginavate?

«Sì, siamo molto contenti dei risultati. Di mercatini ce ne sono ormai tanti, ma il nostro nella sua semplicità si caratterizza per l’ambiente suggestivo in cui si trova e per la qualità dei prodotti degli artigiani del posto. Grazie a dei giovani di Molveno che fanno anche da guide, abbiamo ricreato, inoltre, un piccolo museo dedicato alla Grande Guerra, con ricostruito un bivacco per i soldati con oggetti originali dell’epoca. Abbiamo cercato di dare vita a un qualcosa di piccolo, ma di ben organizzato, con punti di ristoro e un servizio navetta dal centro di Spormaggiore».

Riproporrete quindi l’iniziativa anche il prossimo anno?

«Con Ivano e la signora Carla, al momento della nascita del comitato organizzatore abbiamo deciso sin da subito per una durata triennale del progetto, il primo anno per farsi conoscere, il secondo per migliorarsi, il terzo anno per valutare se ne valesse la pena, ma è chiaro che se le cose rimanessero come stanno andando adesso le prospettive per il futuro sono incoraggianti. Il mercatino s’inserisce nell’offerta turistica e culturale dell’altopiano della Paganella, offrendo anche a chi non scia la possibilità di trascorrere alcune ore alla scoperta delle nostre tradizioni».

Chi vi ha dato una mano nell’organizzazione?

«Numerosi volontari, diverse associazioni ed enti, tra i quali il Comune di Spormaggiore, le Biblioteche della Paganella, l’Apt Dolomiti Paganella, la Casa dell’Orso del Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Faunistico di Spormaggiore, questi ultimi aperti al pubblico per l’occasione. Chi collabora con noi è mosso dalla passione di valorizzare i nostri antichi rioni, i cosiddetti “colomei”, che si caratterizzano per le case di una volta, incastrate l’una con l’altra, dove si possono rivivere momenti di vita di un tempo. Non ci credevamo neanche noi all’inizio, ma l’entusiasmo degli ospiti è la soddisfazione più bella che potevamo ricevere».













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