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Le poesie “caviardage” che Livio Dalpiaz dona agli amici

MEZZOLOMBARDO. Tutto è cominciato con un corso di “caviardage”, la tecnica per produrre poesia cercando parole e cancellando quelle che non servono sulla pagina di un vecchio libro, poi è diventata...



MEZZOLOMBARDO. Tutto è cominciato con un corso di “caviardage”, la tecnica per produrre poesia cercando parole e cancellando quelle che non servono sulla pagina di un vecchio libro, poi è diventata una passione che ha portato Livio Dalpiaz a produrre più di 150 componimenti, con relativa decorazione di contorno. «Quando, in autunno, mi ero iscritto al laboratorio organizzato dall’associazione Arte Futuro, in cui Luca Girolimetto spiegava questa tecnica e il metodo di Tina Festa, l’ho fatto per curiosità - racconta il pensionato 70enne - mi era piaciuto, ma mi era parsa una cosa assai complessa, poi ci ho preso gusto e ho passato l’inverno svagandomi con piacere». Il caviardage è una tecnica antica che prevede di prendere la pagina di un vecchio libro e di cancellare tutte le parole che non servono, salvando solo quelle che possono unirsi in un significato, in questo modo prende forma un verso, un motto, un augurio. Il termine francese caviardage significa “scavare”, perché si cerca come in una miniera di parole: mentre il foglio si annerisce rimangono in vista, come pepite, solo quelle che potranno creare una nuova frase. Ma si può anche usare un altro modo: individuare le parole utili, evidenziarle, contornarle e poi decorare la facciata con figurazioni legate al componimento. «Dapprima tentennando e poi sempre più sicuro, ho iniziato a nutrirmi delle emozioni trovate nelle frasi che nascevano. Così l’inverno è volato via d’un soffio, però la voglia di poetare ancora non s’è placata», spiega Dalpiaz, che ha regalato alcuni di questi prodotti artistici agli amici, ma degli altri sta facendo collezione. L’ultimo ha il numero 156, ognuna è originale, dedicata alla vita, a qualche persona o alla natura, che Livio ama in particolar modo. Eccone una: «La bellezza di ogni capolavoro è la sua forza vitale che emana energia». (a.t.)













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