Lacrime e pane al funerale di Sandro Chistè

Pergolese. La chiesa della Natività di Maria di Pergolese non ha potuto contenere la folla di persone, che, provenienti per lo più dal circondario del Piano Sarca, hanno partecipato al rito funebre...


Mariano Bosetti


Pergolese. La chiesa della Natività di Maria di Pergolese non ha potuto contenere la folla di persone, che, provenienti per lo più dal circondario del Piano Sarca, hanno partecipato al rito funebre dello sfortunato Sandro Chistè, “l’uomo di pace”, stroncato domenica da un male improvviso a soli 63 anni.

Sandro era uno dei discendenti del ceppo della grande famiglia Chistè, soprannominati “Fòrti” (nel senso di laboriosi e tenaci), che nei secoli scorsi da Vigo Cavedine si erano trasferiti nel Piano Sarca per lavorare la terra. Una tenacia, che, come ha dimostrato Sandro nei suoi “viaggi per la pace”, non era finalizzata al solo duro lavoro della terra, ma che era parte di quel Dna ereditario che lui ha trasferito nel perseguimento di un progetto di vita umanitario per il quale si è battuto fino alla fine della sua esistenza.

Ha officiato il rito funebre don Paolo (parroco di numerose parrocchie in valle dei Laghi, compresa Pergolese), il sacerdote che nel 2018 lo aveva accompagnato in corteo attraverso Vezzano, durante una tappa del lungo viaggio che lo avrebbe portato dopo quasi duemila chilometri a Palermo. Nell’omelia il sacerdote lo ha definito – accostandolo al passo evangelico dei discepoli di Emmaus – “pellegrino”, come in effetti è stato per le sue trasferte a piedi nei luoghi simbolo di pace a partire dalla città di Assisi. Dopo averlo ricordato come colonna portante della Caritas della Valle dei Laghi per la sua notevole disponibilità a sostegno dell’attività sociale dell’associazione, ha trasmesso ai famigliari le condoglianze del vescovo Tisi.

Alla fine del rito il feretro, avvolto nella bandiera arcobaleno della Pace, è stato portato a spalla dai 4 fratelli per l’inumazione al cimitero con un altro momento commovente: l’ultimo saluto della figlia Maria Chiara, alla quale Sandro era particolarmente legato. Uno struggente addio fra le lacrime, da cui traspariva, oltre al forte legame affettivo, la riconoscenza del suo insegnamento per i veri valori della vita, che ha saputo trasmettere a chi gli è stato vicino. Al saluto del rappresentante della Caritas è seguito quello della Comunità di recupero “Casa Giano” di S. Massenza, dove Sandro faceva il volontario; gli ospiti della Comunità, in segno di vicinanza, hanno poi distribuito a tutti gli intervenuti alla cerimonia del pane preparato da loro stessi.













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