«La farmacia prima  di tutto produce cultura» 

L’intervista. I “Mercoledì della salute” organizzati a Mezzocorona dal dottor Paolo Zanini  e dai suoi colleghi sono la risposta all’esigenza di approfondire con i pazienti temi complessi



Mezzocorona. Parlare per informare e fare chiarezza sul tema salute è utile e molto importante. Lo sa bene la Farmacia Zanini di Mezzocorona, che da sei edizioni, compresa quella dell’anno in corso, propone “I mercoledì della salute”. Una rassegna di 12 serate all’anno, per parlare e approfondire temi legati alla salute con esperti in materia. «La farmacia, lo dico da anni, produce prima di tutto cultura», dice il farmacista Paolo Zanini. L’ultima serata doveva essere mercoledì 22 aprile ma, come per gli appuntamenti previsti nel corso di marzo e poi sospesi a causa dell’emergenza sanitaria ancora in atto, viene precisato che verrà recuperata appena possibile.

Dottor Paolo Zanini, ci spiega com’è nata l’idea de “I mercoledì della salute”?

Nascono dalla nostra voglia di approfondire temi sulla salute. Da molto tempo ci rendevamo conto di questa necessità con i nostri pazienti e i pochi minuti utili al banco, con tutta la buona volontà, non bastano. Le questioni di salute sono sempre complesse, nulla è semplice e tutto influenza qualcos’altro. Negli anni abbiamo fatto dei “foglietti” informativi, distribuiti al banco e presenti anche sul nostro sito. Il sistema funziona, abbiamo circa 1000 visite al giorno sul sito da tutta Italia, ma è una forma di comunicazione che non va bene per tutti. La conversazione con gli esperti è diversa, più ricca e sorprendente, riesce a catturare l’attenzione anche di chi non ama leggere.

Come risponde la cittadinanza a questi incontri e cosa volete trasmettere?

Risponde molto bene, direi. Noi organizziamo uno tra i molti eventi proposti alla popolazione, ma qualche volta abbiamo dovuto andare in auditorium per accogliere tutti. Oggi, o meglio fino a “ieri”, prima del Covid, ci siano stabilizzati tra le 30 e le 50 persone a serata, con alcuni fedelissimi e molti che vengono se l’argomento è di loro interesse. A noi piace far ragionare le persone sui molti punti di vista che si possono avere parlando di salute. Per questo cerchiamo sempre di fornire tanti spunti diversi e proporre le cose in modo da lasciare a tutti almeno uno o due messaggi chiave. Possono essere concetti semplici, anzi di solito lo sono, ma modificare, condividendola, anche solo un’idea è un’operazione culturalmente importante. Come dice Gaber “se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”.

Come si scelgono le tematiche del le rassegne?

Ogni anno ci mettiamo a pensiamo, noi della farmacia, cosa ci piacerebbe proporre. Poi si raccolgono le nostre amicizie, gli incontri belli che abbiamo avuto la fortuna di fare e spesso in questo carnet di conoscenze si trovano amici, colleghi, medici soprattutto, disponibili a raccontare ciò che sanno con la passione e l’amore che portano ogni giorno nel loro lavoro. In ogni ciclo poi noi della farmacia proponiamo una o due serate condotte da noi: una bella occasione per rimetterci a studiare, risistemare quello che sappiamo e raccontare anche noi qualcosa che ci appassiona: è solo la passione alla fine che permette ai relatori di essere efficaci.

A proposito di temi, da farmacista cosa pensa di questo virus?

C’è poco da pensare, molto da studiare e da capire, molto da vivere. Da un lato è una tragedia, dall’altro un’esperienza molto interessante che può far crescere tutti e può cambiare la vita e la società occidentale, non solo la nostra piccola realtà. Dipende da noi tutti tirarne fuori qualcosa di utile.

Appena possibile, sarebbe utile una mini rassegna per parlare di virus a 360°?

Non so, vediamo come si evolve. Tra i nostri amici abbiamo scienziati fenomenali che ci piacerebbe ascoltare. Però c’è anche molta informazione, in questo momento, ed è importante non sovrapporre cento voci a quelle ufficiali, che oggi stanno già facendo abbastanza fatica a farsi ascoltare ed a sovrapporsi alle fake news. D. B.













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