L’Us Lavis punta sulle “radici” giovani del paese

Lavis. Quando si parla di una società sportiva di paese e di una associazione fatta da dilettanti e volontari, molto spesso si racconta la storia di una parte importante della comunità. Succede anche...



Lavis. Quando si parla di una società sportiva di paese e di una associazione fatta da dilettanti e volontari, molto spesso si racconta la storia di una parte importante della comunità. Succede anche per l’Unione sportiva di Lavis. Certo, c’è la prima squadra che milita in Eccellenza e ha sempre più visibilità nelle cronache sportive, soprattutto dopo una stagione di risultati importanti, come quella appena trascorsa. Ma ci sono anche tanti ragazzi che si allenano inseguendo un sogno, fin dai primi calci, e imparando i valori dello sport. Martedì i vertici della società, con i calciatori della prima squadra e degli juniores, hanno incontrato in municipio il sindaco Andrea Brugnara e il vice Luca Paolazzi.

«Per costruire questa squadra ci siamo avvalsi di ragazzi con diverse capacità, ma abbiamo messo insieme anche uno staff che li potesse seguire – ha detto il presidente Marcello Rosa – Per curare bene una pianta, bisogna però partire dalle radici. Ovvero, dal settore giovanile. Fino a una certa età, la nostra filosofia è di far giocare tutti».

«La squadra è un luogo di formazione per i nostri giovani. Ma è anche un posto dove si possono stringere amicizie e i ragazzi possono relazionarsi fra loro, senza cellulare – ha detto il sindaco –. La struttura sportiva che abbiamo a Lavis è bellissima, ma non sarebbe nulla senza le persone».

Il riferimento è ai due campi del Mario Lona, in zona Torbisi. Come ha ricordato il vicesindaco, nell’ultima variazione di bilancio c’è un contributo per concludere i lavori iniziati due anni fa. L’associazione si è assunta le responsabilità dei lavori. E non è poco, se si considera appunto che sono tutti volontari. Tutto questo si riflette anche sulla prima squadra. Andrea Zanetti, uno dei dirigenti, non ha dubbi: «Non sono solo campioni, sono soprattutto bravi ragazzi». D.E.













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