Il Gs Trilacum rischia di dover abbandonare 

Il caso. Una complicata querelle giudiziaria legata al centro sportivo di Vigolo Baselga coinvolge Comune di Trento e Asuc e finirà in Cassazione: a farne le spese il sodalizio della Valle dei Laghi


Paolo Trentini


Vallelaghi. Una festa che potrebbe anche essere l'ultima. Nei giorni scorsi nel centro sportivo di Vigolo Baselga si è svolta la consueta festa del Gruppo Sportivo Trilacum, sodalizio nato nel 1974 che vanta oltre 200 tesserati tra calcio, calcio a 5 femminile e atletica. Un centro sportivo che, come ha sottolineato il presidente Ernesto Tonina nel suo discorso, è divenuto un punto di riferimento per gli atleti non solo della Valle dei Laghi, ma anche per quelli della circoscrizione Bondone e di Trento in generale. Un centro di aggregazione importante per i giovani dei paesi della valle che rischia però di chiudere a fine 2020. Colpa di una querelle giudiziaria che gli Usi Civici locali stanno portando avanti da qualche anno nel tentativo di ottenere la completa gestione della struttura che conta un campo da calcio, una pista d'atletica a 6 corsie, una palestra con due campi per il calcio a 5 e spazi in comune.

Tutto nasce dalla particolare posizione del centro, come spiegano il segretario Walter Mosna e il dirigente Diego Tonina: «Il centro sportivo è stato costruito nel 1976 su di una palude bonificata con il materiale risultante dallo scavo delle gallerie di Piedicastello. Successivamente è stato rinnovato e ampliato fino alla conformazione che si vede oggi. Come posizione si trova nel territorio comunale di Trento ma, dettaglio trascurato in quegli anni, il terreno su cui sorge è dell'Asuc locale». Quasi subito dopo la sua nascita, l'associazione ha messo gli occhi sul centro sportivo esigendone la gestione, nonostante il contratto che lega Gs Trilacum e Comune di Trento fino a fine 2020: «Hanno chiesto a noi e al Comune di Trento – proseguono Mosna e Tonina – di cedere la gestione del campo ma la risposta negativa non ha sortito effetto».

Dagli uffici comunali al tribunale il passo è stato breve, ma nemmeno la risposta parzialmente negativa dei magistrati ha scoraggiato l'associazione decisa ad andare fino in fondo: «È stata richiesta non solo la titolarità della struttura – concludono Tonina e Mosna - ma anche un risarcimento in denaro per ogni anno in cui la nostra società ha gestito il centro. Il tribunale ha riconosciuto all'Asuc la titolarità ma ha inoltre aggiunto che l'associazione dovrà risarcire il Comune di Trento i costi di gestione, di circa 40 mila euro l'anno. La sentenza è stata confermata anche in secondo grado e ora andranno in Cassazione. Noi non possiamo fare altro che aspettare e sperare che la cosa si risolva con un po' di buon senso. Altrimenti, non potendo permetterci di pagare un eventuale affitto della struttura all'Asuc, saremo costretti a spostarci o, più probabilmente a chiudere l'attività già nel corso dell'estate per quanto riguarda il calcio e il calcio a 5 e a fine autunno per quanto riguarda l'atletica». Situazione paradossale nella quale alla fine rischiano di perderci tutti.













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