sarche 

Addio a Frioli, un protagonista 

Fondamentale il suo contributo nell’unificazione del paese


di Mariano Bosetti


SARCHE. Se n’è andato in questi giorni, dopo un lungo periodo di degenza a casa, amorevolmente seguito dalle cure della moglie Erina e dei figli Nadia, Gianfranco e Tiziano, Renzo Frioli, 92 anni, un altro protagonista della storia comunitaria di Sarche della seconda metà del ‘900. Anche lui era un “immigrato” dai paesi delle valli vicine (da Lasino) per lavoro, come ci racconta la storia della comunità di questo paese, che si è sviluppata nel secolo scorso tra attività agricola ed attività commerciale ed artigianale. Ma mentre la quasi totalità era occupata nel grande latifondo mensale, Renzo assieme al collega Osvaldo Pisoni (pure lui di Lasino) aveva individuato un’altra possibilità lavorativa mettendo in piedi un’autofficina. Erano gli anni dell’immediato secondo Dopoguerra, allorché con il flusso turistico del mondo tedesco verso il bacino gardesano attraverso la statale gardesana 45 bis si cominciava ad intravvedere per Sarche, snodo viabilistico fondamentale per il Trentino sud/occidentale, un futuro sviluppo del settore secondario. Via via l’attività dell’officina è cresciuta ed ora è continuata con altrettanto successo dal figlio di Renzo, Gianfranco. Ma non va dimenticato, accanto ad un’attività professionale sicuramente ricca di soddisfazioni, il suo apporto alla ricostruzione sociale di un paese disgregato; basti pensare che fino quasi alla fine degli anni ’70 Sarche era diviso fra 2 comuni (Lasino e Calavino). Nel ’77, come consigliere comunale di Calavino, caldeggiò l’idea dell’unificazione del paese, costituendo con i compaesani un Comitato popolare che determinò la vittoria del referendum per l’aggregazione dell’intero abitato nell’ambito del solo comune di Calavino. Oltre al suo contributo all’associazionismo locale (Pro Loco, Filodrammatica) mettendo a disposizione quella sua particolare vena artistica (ereditata dal padre Davide) per realizzare bozzetti e scritte in occasione di particolari manifestazioni, diede un contributo notevole come amministratore comunale, ricoprendo per un decennio (1980 – 1990) la carica di vicesindaco del comune di Calavino.













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