Il Comune di Lavis ha finanziato i lavori con fondi propri: 480 mila euro 

A 19 anni dalla frana ecco la nuova strada dei Bindesi

Lavis. Sono passati quasi 19 anni, ma ora finalmente sono conclusi i lavori alla strada agricola dei Bindesi, che collega maso Spon alla strada del vino e a maso Poli, sulle colline avisiane che...



Lavis. Sono passati quasi 19 anni, ma ora finalmente sono conclusi i lavori alla strada agricola dei Bindesi, che collega maso Spon alla strada del vino e a maso Poli, sulle colline avisiane che sovrastano Lavis e Pressano. Era l’autunno del 2000 e in un periodo di forti precipitazioni una frana investì quella strada: un danno notevole con cedimenti che ne avevano reso pericoloso l'attraversamento. Da subito il Comune cercò di porvi rimedio, ma i primi progetti furono accantonati dopo i rilievi della Provincia, eseguiti con prove inclinometriche. Serviva un intervento più importante del previsto e solo nel 2009 si arrivò all’approvazione del progetto. I lavori non furono però mai finanziati dalla Provincia e il Comune da solo non aveva le risorse per intervenire. Era un periodo difficile dal punto di vista finanziario, anche per colpa del cosiddetto “patto di stabilità”, un freno tirato nelle capacità di investimento delle amministrazioni. Solo di recente il Comune è riuscito a riprendere in mano quel progetto, approvandone un aggiornamento nell’agosto 2016: da allora l’amministrazione del sindaco Brugnara si è messa alla ricerca dei fondi necessari, quasi 480 mila euro. Prima si tentò di ottenere un contributo dalla Comunità di valle. Poi l’opera venne finanziata con fondi comunali, ottenuti da una variazione di bilancio ancora nell’estate 2017. I lavori erano attesi soprattutto dai proprietari dei masi e delle attività agricole della zona. Sono servite opere di drenaggio per captare le acque in profondità e per risolvere così i problemi idrogeologici che si protraggono ancora dal 2000. È stata rifatta la scogliera e le varie opere murarie, i guardrail e la strada con l’asfaltatura. D.E.















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