Storo, la Provincia intima lo sfratto a Waris e Schläfer 

Una lunga vertenza. Trentino Sviluppo ha chiesto anche il rilascio dell’immobile e il pagamento dei canoni scaduti. Le preoccupazioni del consigliere Alex Marini (M5S)



Storo. Un altro capitolo doloroso nella storia delle ditte Waris e Schläfer di Storo. Sempre più in difficoltà per uscire dal tunnel della crisi. Pochi giorni fa, la Provincia, attraverso il suo “braccio operativo” Trentino Sviluppo, «ha intimato lo sfratto con la richiesta di rilascio dell’immobile e il pagamento dei canoni scaduti e a scadere». Lo spiega l’assessore allo sviluppo economico della Provincia, Achille Spinelli, rispondendo all’ennesima interrogazione del consigliere Alex Marini (M5S). Lo sfratto si sarebbe dovuto concretizzare il 15 gennaio scorso, ma un ricorso in tribunale ha fatto slittare il rito ed è stata fissata una nuova udienza per il 17 giugno prossimo.

Preoccupazioni

La preoccupazione di Marini, come pure quella dell’assessore Spinelli, è salvaguardare l’occupazione. «Riguardo al sostegno da assicurare a dipendenti ed ex delle due imprese - spiega Marini - la Provincia ricorda che potranno ottenere gli stipendi non pagati e le quote di Tfr cui hanno diritto grazie al fondo nazionale di garanzia dell’Inps, mentre Trentino Sviluppo e Provincia sostengono di poter solo attivare un’azione di “stimolo e facilitazione” nei confronto delle banche affinché anticipino ai lavoratori quanto spetta loro (ma solo a patto che i sindacati ne fanno richiesta)».

Per quanto riguarda Waris - spiega ancora Marini - nel dicembre scorso l’impresa ha avanzato richiesta di concordato preventivo.

Futuro a tinte fosche

«Non c’è alcun piacere nel prendere atto di questo epilogo - spiega ancora il consigliere di M5S - a mio giudizio, fin dal principio, si è scontato un errore da parte dell’ente pubblico che a fronte della necessità di affittare i locali interamente rinnovati (a spese della collettività, naturalmente) di sua proprietà ad un gruppo di artigiani locali ha preferito costruire un bando che favoriva la soluzione che si è poi concretizzata. Con tutto ciò che ne è seguito».

Restano solo i cocci

«Adesso restano da raccogliere i cocci (recuperare il denaro dovuto alle casse pubbliche) e soprattutto aiutare gli ex dipendenti da un lato e a riavere gli stipendi e quant’altro non è stato versato loro - conclude Alex Marini - dall’altro favorirne il reiserimento lavorativo, possibilmente tramite una nuova assegnazione del capannone di Storo, una volta tornato nella disponibilità del proprietario». Impegno, quest’ultimo, che si è data anche la Provincia che si starebbe muovendo a garantire alternativa produttiva e occupazionale. Sperando, chiosa Marini, che «punti su imprese locali realmente connesse al tessuto economico e sociale del territorio, guidate da imprenditori seri e responsabili».

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