Si muove il fronte del no alla nuova area sciistica 

Bolbeno. Conferenza stampa sotto gli impianti, ieri, da parte di alcune associazioni ambientaliste «Non si giustificano 4 milioni investiti per allungare di 200 metri una pista sotto i 600 metri di quota»


Stefano Marini


Borgo lares. L’allungamento della pista da sci di Bolbeno torna a far parlare di sé. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina proprio di fronte all’impianto, varie associazioni ambientaliste hanno contestato l’intervento previsto per 4 milioni di euro dicendosi anche pronte alla battaglia legale. Prima che scoppiasse la pandemia a tenere vivo il dibattito sull’allungamento della pista più a bassa quota d’Italia era stato Lorenzo Zoanetti, ieri portavoce della protesta: «Questa non è una lotta preconcetta – ha detto – se si parlasse di una manutenzione dell’impianto esistente nessuno avrebbe da ridire. Noi riteniamo che il modello di sviluppo su cui si basa l’allungamento di 200 metri della pista di Bolbeno non abbia senso. È finita l’epoca delle grandi opere fatte per generare progetti, far lavorare qualche impresa e produrre voti alle elezioni, con questo giustificando qualsiasi impatto ambientale. Qui siamo di fronte a una serie di problemi tecnici ineludibili. Pensare di mantenere la neve artificiale per una stagione intera a una quota inferiore ai 600 metri sul livello del mare e col dato di fatto dell’innalzamento delle temperature, comporta costi ambientali, energetici e gestionali enormi, che per un piccolissimo impianto come quello di Bolbeno sono difficili da giustificare. A maggior ragione quando nella valutazione d’impatto ambientale si leggono cose come “il finanziamento dell’infrastruttura sciistica può causare lo storno dei fondi destinati agli altri bisogni collettivi”. Ufficialmente la Provincia di Trento pubblicizza e promuove azioni di sostenibilità ambientale e salvaguardia del territorio, ma in pratica le azioni messe in atto vanno nella direzione opposta. L’unica soluzione è lo sviluppo di un’ecologia popolare, in cui ogni cittadino si impegni a tutelare l’ambiente che lo circonda senza paura e clientelismi».

A Zoanetti ha fatto eco Giovanna Molinari del comitato “Salvarnò”, presente a titolo personale: «Qui venivamo a piedi da Tione per imparare a sciare, ma allora nevicava davvero. Chi ha pensato alla pista di Bolbeno è stato lungimirante perché lo sci era sport d'élite e anche con piste come quella di Bolbeno divenne alla portata di tutti. Oggi però le cose sono cambiate, neve ce n’è sempre meno e andrà in calando e 4 milioni investiti per allungare di 200 metri una pista sotto i 600 metri di quota, quando mancano fondi per le scuole e sostegno per la sanità, non si riesce a giustificarli».

Franco Tessadri, presidente di Mountain Wilderness, ha ricordato che «da 6 anni le risorse per il Parco Adamello Brenta sono in calo, però trovano le risorse per sostenere un’opera che funzionerà domani come funziona adesso». Aaron Iemma del Wwf Trentino ha la nciato il guanto di sfida: «Se servirà – ha dichiarato – le associazioni sono pronte alla battaglia legale perché non è possibile che certe logiche continuino a passare».

Nota di colore finale. Appena cominciata la conferenza stampa è comparso un mezzo della Pro loco locale, per sfalciare rumorosamente nei pressi dei partecipanti, fermandosi solo quando Zoanetti si è seduto nell’erba per impedirgli di avvicinarsi. Quando la conferenza si è spostata nel posteggio antistante le piste, il trattore l’ha seguita. Si sarà certo trattato solo di una sfortunata coincidenza, ma l’impressione che ne hanno tratto gli astanti è stata che l’iniziativa degli ambientalisti abbia suscitato un certo fastidio...

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