Nelle campagne delle Esteriori la qualità ha battuto la quantità 

Agricoltura. La produzione è diminuita. Armanini della cooperativa Dasindo Copag: «I numeri  delle mele hanno deluso, ma il prodotto è stato di valore grazie a un autunno fresco e asciutto»


Graziano Riccadonna


Giudicarie. Il raccolto agricolo 2020 segna il passo nelle Esteriori, ma la qualità avanza. Questo della qualità è il leitmotiv di un’annata particolarmente difficile sia per il Covid che per la commercializzazione, andata necessariamente a rilento. Sono stati resi noti in questi giorni i dati dell’annata 2020 da parte della cooperativa produttori agricoli di Dasindo Copag. Che sono dati positivi quanto alla qualità, mentre per la quantità si segnala il calo.

Intanto è stata una buona annata per le ciliegie, che nonostante le gelate primaverili, grazie ai sistemi di difesa attiva per mezzo di stufe riscaldanti messi in atto dai produttori, hanno una produzione nella media delle aspettative.

Per le patate, il direttore della Copag e coordinatore consorzio La Trentina, Luca Armanini, dichiara trattarsi di un’annata senza infamia e senza lode, caratterizzata da un clima favorevole ma che, a causa di alcune fitopatologie, è stata leggermente compromessa rispetto alle ottime aspettative che si preannunciavano nel corso dell’estate. Produzione nella media in termini di quantità, decisamente buona in termini di qualità, favorita anche da un autunno fresco e relativamente asciutto.

I dati parlano chiaro: nella cooperativa le patate biologiche e in conversione sono 700 quintali, patate da seme 11.400 quintali (cicero, desirée, Kennebec, universa), patate da consumo 22.000 quintali (rosse, bianche e gialle), per un totale di 34.100 quintali, contro i circa 35.000 della stagione 2019. Bisogna però tener conto che accanto alla produzione cooperativa esiste in valle una produzione privata, che si aggira sul 40% del totale, con 60 ettari di superficie.

«Per quanto riguarda le mele – prosegue Luca Armanini - è sicuramente un’annata in cui la produzione si è rilevata qualitativamente molto buona, ma, quantitativamente quasi una delusione. Infatti i quantitativi conferiti sono esigui, complice un ritorno a fiore influenzato negativamente dal clima del 2019 e, se vogliamo comunque leggere una nota positiva, da un importante rinnovo che si sta mettendo in atto da parte dei produttori nelle ultime annate, con conseguente un elevata superficie di frutteti con piante giovani e in fase di allevamento; inoltre c’è un aumento importante dei quantitativi di prodotto biologico, nota positiva ma che comunque incide negativamente sui quantitativi totali conferiti in termini di tonnellate».

Tenuto conto della media storica di valle, la produzione è di 25.000 quintali, di cui 15.000 alla Copag e il resto ai privati. Si tratta di un 30 % in meno rispetto allo scorso anno. Le mele biologiche pari a 2.700 quintali (Golden, Gala, Re delicious, Fuji) sono in netto aumento rispetto alle mele in conversione, o le mele da industria, oltre 1500 quintali.

Alla Copag sono stati conferiti quasi 11.000 quintali, di cui 377 canada, 5500 golden, 1100 red, 2300 gala, 900 fuji, club 590.

Non fanno storia le altre produzioni, come pere e susine: quantitativi esigui che però sono il primo risultato di quel rinnovamento varietale che sta interessando sempre più la frutticoltura giudicariese.













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