«Museo dell’acqua come alternativa»

SELLA GIUDICARIE: Fra le tante voci una delle più attese ieri era quella dell'amministrazione. Assente il sindaco Franco Bazzoli, per il Comune ha parlato il suo vice Valerio Bonazza che ha ribadito...



SELLA GIUDICARIE: Fra le tante voci una delle più attese ieri era quella dell'amministrazione. Assente il sindaco Franco Bazzoli, per il Comune ha parlato il suo vice Valerio Bonazza che ha ribadito la contrarierà all'opera enucleando una serie di proposte per riconvertire e valorizzare l'area interessata in senso naturalistico. «Mi fa piacere questa attenzione sulla realizzazione della centralina - ha detto - come noto sia il gruppo di maggioranza che rappresento che l'intero consiglio comunale si sono già espressi in senso contrario alla sua edificazione. L'amministrazione ha imboccato una strada alternativa a quella dello sfruttamento idroelettrico dell'Arnò. Non ci siamo limitati a dire di no alla pur legittima scelta del privato, ma abbiamo voluto anche essere propositivi. Abbiamo chiesto e ottenuto da Hydro Dolomiti Energia una palazzina nella quale vogliamo realizzare un museo dell'acqua in accordo col Parco Adamello Brenta e col Muse e messo in campo un progetto per valorizzare proprio l'area dove si vorrebbe realizzare la centralina, prevedendo anche una rinaturalizzazione dell'alveo fluviale. Inoltre, partendo da una richiesta datata 2009, abbiamo chiesto al Parco di allargare la propria area per un ampliamento di 534 ettari da aggiungere ai 1500 ettari che l'ex Comune di Breguzzo aveva già in area Parco, comprendendo l'area interessata dalla richiesta di realizzare la centralina privata. Per questo la società Measure Srl ci ha denunciato sia alla Procura che all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di Roma, sostenendo che avremmo leso la loro iniziativa privata. Il 5 aprile 2018 l'Autorità ci ha comunicato come non risultassero elementi sufficienti a giustificare ulteriori accertamenti rispetto alla nostra azione. Questo perché essa era volta ad assegnare l'area richiesta dal privato alla valorizzazione e al recupero ambientale, fine incompatibile con quello dello sfruttamento idroelettrico, decisione che l'Autorità ha definito come motivata dalla necessità di bilanciamento fra più interessi in gioco e in quanto tale nella piena disponibilità dell'ente locale e quindi non sindacabile». (s.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano