Lascia il “nonno” dei bibliotecari 

Storo, l’1 novembre Salvatore Poletti va in pensione: sua la maggiore anzianità di servizio in Trentino


di Stefano Marini


STORO. Salvatore Poletti è il bibliotecario di Storo da 39 anni ed 11 mesi, il più “vecchio” del Trentino per anzianità di servizio. Con il primo di novembre andrà in pensione. Un passo che per molti versi rappresenta la fine di un’epoca.

Quando ha iniziato?

Era il primo dicembre 1977. Iniziai grazie alla legge dell’assessore Lorenzi che istituì il Sistema bibliotecario trentino. Sono stato il primo bibliotecario a tempo indeterminato del Comune di Storo.

Com’era fare il bibliotecario negli anni ’70?

Quando sono arrivato la biblioteca era al primo piano della scuola elementare, 2 stanze più una sala musica, con una montagnola di scatoloni pieni di libri da smistare. C’erano circa 5 mila volumi. Oggi siamo oltre i 30 mila e raggiungiamo un bacino da 10 mila utenti. Siamo partiti con disponibilità minima ma fin da subito abbiamo cercato di crescere, ampliando le sale fino al trasferimento nell’attuale sede su 2 piani.

Negli anni è cambiato più lei o il suo lavoro?

Diciamo che negli anni io mi sono un po’ addolcito, ma penso di avere un buon rapporto con l’utenza. La biblioteca invece è cambiata parecchio. All’inizio era solo prestito libri, ma un po’ alla volta abbiamo messo in campo attività per le scuole e poi anche per adulti. Da 12 anni siamo gestione associata con altri Comuni del Chiese, passaggio che ha permesso di fare un salto di qualità perché consorziandoci abbiamo potuto fare molto più di quanto possibile ad una singola biblioteca. I cambiamenti poi sono stati tanti. È arrivato il prestito interbibliotecario. Abbiamo introdotto la multimedialità, messo a prestito film e cd, garantito a tutti l’accesso a internet, anche con wi-fi interno, organizzato tornei di lettura, incontri con l’autore e così via.

Qual è il ruolo del bibliotecario?

Ho sempre voluto una biblioteca aperta alle novità e non parlo solo sulle ultime edizioni dei libri. Internet c’è da fine anni ’90, siamo partiti con un modem da 56k ma siamo anche stati tra i primi ad avere un servizio in fibra ottica. Abbiamo cercato di demistificare l’immagine della biblioteca come luogo serioso iniziando ad organizzare eventi esterni, penso ad esempio alla Festa della donna organizzata per la prima volta 12 anni fa in un agriturismo locale. Rispetto al Sistema bibliotecario trentino abbiamo attivato con largo anticipo l’avviso via sms dei libri prenotati o in ritardo di consegna. In generale ho sempre visto la biblioteca come servizio all’utenza, da servire nel miglior modo possibile, ma anche come punto di riferimento per sostenere le associazioni.

Le mancherà il suo lavoro?

Certamente. Mi mancheranno i colleghi, gli utenti, le attività. Ma è una fase della vita che si conclude e bisogna accettarlo. Sono soddisfatto di quello che ho fatto, ho dato tanto e ricevuto tanto. Lascio una biblioteca capofila di una gestione associata con 6 altri Comuni, con un bilancio da oltre 60 mila euro all’anno, che gestisce il piano culturale comunale di Storo, la parte amministrativa del bollettino comunale e quella dell’Università della terza età. A chi mi succederà lascio più di un semplice lavoro da bibliotecario.

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