La serata sulle elezioni  riempie la sala di giovani 

Bleggio, tavola rotonda con don Farina, il pm Profiti, Bazzanella, i professori  Blanco e Della Sala sul tema della partecipazione: «Il non voto è autolesionismo»


di Graziano Riccadonna


SANTA CROCE DI BLEGGIO. Una vera sorpresa anche per gli organizzatori la riuscita della tavola rotonda organizzata per parlare delle elezioni prossime del 4 marzo. Gli oltre 150 presenti, giovani e non più giovani, hanno da soli decretato un sicuro successo dell’iniziativa dell’associazione “Noi San Luigi” di Santa Croce di Bleggio. «Per fare un albero ci vuole democrazia». Con questo titolo che arieggia un famoso detto si presentava la tavola rotonda sulle prossime elezioni organizzata a Santa Croce di Bleggio, sala Giovanni Paolo II, domenica pomeriggio.

La tavola rotonda «Per cosa votiamo?» vedeva eccellenti relatori: don Marcello Farina, il giudice Pasquale Profiti, Arianna Bazzanella della Provincia autonoma, i professori universitari Luigi Blanco e Vincenzo Della Sala. L’organizzatrice dell’evento a nome dell’associazione, Ludovica Serafini, è riuscita a condurre in porto un’iniziativa di livello senza scadere mai nell’elettoralismo o - peggio ancora - nel qualunquismo del deja-vù o del sensazionalismo.

In questo era aiutata dai giovani riminesi dell’associazione “Pensare politico”, che nei primi 40 minuti hanno tenuto tre laboratori su «Democrazia e istituzioni, Per chi votiamo, Come votiamo».

Successivamente gli oltre 150 giovani presenti si sono dati appuntamento nella sala principale della nuova scuola materna, appena ultimata nel capoluogo bleggiano: è stata anche l’occasione dei giovani del “Noi San Luigi” per inaugurare ufficialmente la nuova sala-dibattito del “Centro pastorale Giovanni Paolo II”.

Ha esordito don Marcello Farina a nome della Fondazione Don Guetti con un’analisi del pensiero guettiano rispetto alla “vexata quaestio”: partecipare o astenersi dalla Dieta enipontana?

Arianna Bazzanella ha sollevato il tema dei giovani e delle loro attese, criticando un’immagine stereotipata dei giovani, che li vorrebbe apatici: «Non è vero che non partecipano, è vero il contrario: però bisogna dare loro i modi»

Il profesor Luigi Blanco ha rifatto la storia dei partiti giungendo a quelli attuali e raccomandando le due parole d’ordine (nella scelta): futuro e generazioni future. «Bisogna che il 4 marzo risalti il tema del futuro, e delle generazioni future al centro del dibattito, altro che stereotipi elettorali!»

Il pm Profiti si è posto subito il dilemma «votare - non votare», spezzando più di una lancia a favore del voto grazie al semplice ragionamento: «Solo le caso che tu voti puoi criticare chi non rispetta le promesse fatte in campagna: se non voti devi star zitto e accettare quanto passa il convento! Eppoi il non voto è autolesionismo, magari mascherato da critica al sistema politico intero, ma pur sempre autolesionismo».

Il professor Vincenzo Della Sala ha fatto una serie di parallelismo con il sistema politico americano, insistendo sul «come votare per evitare errori materiali o concettuali», dato anche il sistema vigente questa volta, «che non è affatto dei più semplici, ma addirittura bizantino...»













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