L’accoglienza, il gesto che divide le comunità

CADERZONE TERME. «Rifiuto accoglienza, ostilità e amicizia, odio e fraternità», sono i sentimenti che hanno coinvolto i presenti alla presentazione del libro “Tempi feroci: vittime, carnefici,...


Walter Facchinelli


CADERZONE TERME. «Rifiuto accoglienza, ostilità e amicizia, odio e fraternità», sono i sentimenti che hanno coinvolto i presenti alla presentazione del libro “Tempi feroci: vittime, carnefici, samaritani” di Vincenzo Passerini, organizzata da Comune e Pro Loco di Caderzone Terme. Accanto all’autore sono intervenuti l’assessora comunale Flavia Frigotto, Martina Amadei, coordinati da Elisa Dossi.

I presenti sono stati invitati a guardare a vittime e carnefici, ma a soffermarsi sui samaritani «quelli che soccorrono e accolgono, ha detto Vincenzo Passerini, non si voltano dall’altra parte, si oppongono alla disumanità e si battono per giustizia, uguaglianza e fraternità».

L’accoglienza è un atteggiamento «che spacca le nostre comunità e le coscienze e la storia di Caderzone Terme è significativa proprio per questo». Ci sono dei richiedenti asilo da accogliere, una comunità alla quale si chiede di farlo, qualcuno offre delle disponibilità, ma un pezzo di Comunità si rifiuta». È una storia di casa nostra «una buona accoglienza che valorizza i talenti di chi è accolto e tiene viva la speranza».

Flavia Frigotto, che si è detta «onorata e stupita» che l’accoglienza fatta a Caderzone Terme fosse narrata nel libro afferma «tutto è iniziato due anni fa quando abbiamo accolto una famiglia siriana, che poi è andata in Germania». Esperienza che non si è conclusa, perché in paese oggi c’è una famiglia afgano/iraniana composta da mamma, papà, nonna e 4 bambini.

La comunità di Caderzone Terme ha voluto far sentire a casa una famiglia che la casa l’aveva persa.

«Armati di buona volontà e tanta spontaneità, abbiamo corso il rischio di cadere nell’assistenzialismo», in paese è tornato a essere naturale quello che era naturale un tempo «tenere i bambini del vicino, prestarsi qualcosa, dedicare del tempo all’altro». Passerini ha chiosato «condividere e aiutare sono diventati gesti eroici in questi tempi feroci».

La frase più assurda con la quale è stata apostrofata Flavia Frigotto è venuta da una signora anziana mentre lei era in paese col papà siriano e il ragazzo del servizio civile. «Ho sentito: “passa l’assessore con l’Isis”. «Frase mi ha fatto capire la necessità di parlarne, ho invitato gli anziani a prendere un the con la famiglia siriana». Conoscersi e capire che i rifugiati sono come noi, hanno i nostri sentimenti, atteggiamenti, pregi, talenti e preoccupazioni. La famiglia che oggi vive in paese ha incontrato le persone anziane «per loro è stato molto importante, perché si sono sentiti accolti dagli anziani, che considerano i depositari della saggezza».

Martina Amadei ha detto «sto cercando di capire se i ragazzi che vivono nel nostro territorio sono felici o no, quali sono le difficoltà, le loro esperienze e quale è la loro la “casa”». Vincenzo Passerini ha concluso «in questi tempi feroci, le coscienze devono decidere se stare dalla parte dei carnefici o delle vittime o soccorrere e accogliere».

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