«Giudicarie, l’identità come limite» 

Vigo Rendena, il direttore Faustini invitato dall’associazione «Piazza Viva» per approfondire il binomio periferia-centro



VIGO RENDENA . Per il terzo appuntamento del percorso “Conosci il Trentino?” organizzato dall'Associazione di promozione sociale “Piazza Viva” è intervenuto, martedì sera presso Casa Terre Comuni a Vigo Rendena, il giornalista e direttore dei quotidiani Trentino e Alto Adige Alberto Faustini. Invitato ad approfondire il tema “Il Trentino e le Giudicarie visti dalla stampa”, nell'incipit dell'incontro ha premesso che avrebbe detto più cose scomode che comode. E così è stato. Cogliendo elementi di riflessione dalla sua attenta conoscenza delle Giudicarie maturata durante la lunga esperienza di giornalista, quindi di responsabile dell'ufficio stampa della Provincia autonoma e poi di capo della comunicazione di Invitalia, a Roma, poi di direttore di importanti quotidiani, ha posto subito l'attenzione sul binomio periferia-centro.

«Un nuovo concetto di periferia – ha affermato Alberto Faustini – si è prefigurato quando Bruno Kessler ha ideato i comprensori, ma ora vedo che rispetto all'apertura auspicata da Kessler si è tornati indietro. Le stesse Comunità di Valle non stanno esprimendo novità». Poi, più dentro nel tema della serata. «Se analizziamo le prime pagine dei quotidiani provinciali negli ultimi mesi – ha spiegato il direttore – l'unico argomento giudicariese finito in prima pagina ha riguardato le funivie (l'acquisto della maggioranza delle azioni delle Funivie di Folgarida-Marilleva da parte delle Funivie Campiglio, ndr), un tema di macro-economia che è poi strettamente legato a Madonna di Campiglio, una realtà a sé, un unicum non solo per le Giudicarie, ma per tutto il Trentino. Questo dimostra che non riuscite ad arrivare in città per un problema che, secondo me, è culturale, di identità e di appartenenza. Forse state troppo bene per scendere a Trento con i forconi, parola che provocatoriamente utilizzo per indicare anche i progetti. L'identità e l'appartenenza, in sé fortemente positive, possono anche essere o comunque diventare una prigione, un limite. Voi giudicariesi siete abituati a vedere nel vostro territorio il centro e in Trento la periferia. In sintesi, non riuscite a sfondare, ad essere trentini fino in fondo, forse per una propensione verso la Lombardia o perché c'è la malattia delle Giudicarie: tendete infatti a considerare la vostra terra il centro del mondo. Tra giudicariesi e Giudicarie c'è un approccio nostalgico, un desiderio costante di ritorno a casa e mai di staccarsi. Siete un territorio di confine che non pensa di avere confini».

Altro tema, quello della debolezza nella rappresentatività territoriale dal punto di vista politico. E una particolarità, osservata da Faustini. «In un Trentino dove non ci sono più principi-vescovi - ha annotato - gli statisti giudicariesi si trovano in Chiesa: Monsignor Lauro Tisi, don Ivan Maffeis, don Marcello Farina e prima don Guetti». E, allora, come non rimanere isolati? Come andare verso la città? Organizzare confronti e dibattiti a Trento potrebbe essere un'idea, oppure, dal punto di vista più politico, impegnarsi nell'elaborare una progettualità comune che venga fatta propria dai rappresentanti delle Giudicarie in Provincia e lì assuma un respiro trentino. Pochi anni fa la vicepresidente della Provincia (Margherita Cogo) era di qui. E in quella giunta c'erano due assessori di questa zona (Salvaterra e la Berasi) e in consiglio c'erano Bombarda e Amistadi. Ma non avete fatto massa per così dire comune e critica.

Le due ore di intenso incontro-dibattito coordinate da Aldo Gottardi hanno poi spaziato verso l'attualità e la politica italiane e sarebbero continuate ancora per molto se il direttore Faustini non avesse avuto l'impegno di tornare a Trento per chiudere e inviare in stampa il giornale. Tra i partecipanti alla serata, Tiziano Salvaterra, ideatore e organizzatore del percorso “Conosci il Trentino?”, gli assessori di Porte di Rendena Bruna Collini e Riccardo Dorna, il consigliere provinciale Mario Tonina, altri amministratori locali e giovani pieni di voglia di capire.















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