Atto intimidatorio sulla porta del b&b 

San Lorenzo in Banale, ignoti hanno bruciato la porta d’ingresso della struttura che dovrà ospitare otto migranti africani


di Graziano Riccadonna


SAN LORENZO IN BANALE. Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 ignoti hanno compiuto un atto intimidatorio ai danni del “b&b La Casa di Wilma”, posto in frazione Prato a San Lorenzo in Banale. Si tratta del bed & breakfast affittato dal Cinformi e destinato ad accogliere il gruppo di migranti provenienti dall’Africa le prossime settimane, posto in frazione Prato al centro di San Lorenzo in Banale.

Nottetempo ignoti hanno appiccato il fuoco all’entrata della struttura, mediante un rozzo carboncino accendifuoco applicato alla porta, producendo l’annerimento della porta stessa: danni pochi fortunatamente dato il materiale della porta, grave invece l’atto in sé. Un’ostilità preconcetta come segno di una chiusura da tutti apertamente condannata.

Accortisi all’indomani del gesto intimidatorio, i vicini di casa hanno subito avvertito i carabinieri di San Lorenzo in Banale, che sono intervenuti per accertare i danni, fortunatamente davvero limitati.

«Non è tanto il danno in sé - dichiara l’albergatore vicino di casa del B & B, Sergio Cornella – quando il significato: voler portare la questione dei profughi su un terreno di scontro aperto! Non è così che la popolazione può e deve discutere sul futuro del paese con la presenza dei profughi, per me il gesto è inqualificabile e vergognoso! Restano naturalmente in piedi tutti i motivi di critica all’arrivo».

L’albergo San Lorenzo confina con il B & B e quindi è coinvolto nella faccenda più di ogni altro abitante: ma il tema dell’inserimento e dell’accettazione dei profughi interessa da vicino l’intera comunità. Per questo la tensione in paese resta altissima, anche perché finora c’è scarsità di informazione, se non fosse stato per l’interrogazione allarmata del neo deputato Diego Binelli che aveva sollevato la questione la scorsa settimana.

«Noi non siamo affatto razzisti - confermano i vicini - ma la concentrazione dei previsti otto profughi è davvero eccessiva, per di più in un paese piccolo, e soprattutto in assenza di un qualsivoglia piano di inserimento». Insomma, disponibilità a trattare a fronte di un chiarimento sulle modalità dell’arrivo dei profughi e sulla loro presenza nonché sul numero, ritenuto assai gravoso, ma anche richiesta pressante di assicurazioni per la vivibilità.

L’associazione albergatori conferma da parte sua la sua contrarietà all’arrivo, perché sente minacciata la stagione prossima già penalizzata per la chiusura di un paio di esercizi pubblici locali.

In questa alternanza di sentimenti dove prevale la paura mista alla speranza di una modifica nella tabella di marcia dell’ormai prossimo arrivo è calato l’atto intimidatorio che non ha bisogno di commenti.

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