Ziano, il distributore c’è: non di gas ma di Puzzone 

La struttura. Una decina d’anni fa il consiglio autorizzava la realizzazione di una stazione  di ricarica per veicoli a metano. Al suo posto aperto un negozio del Caseificio di Predazzo e Moena


Francesco Morandini


Ziano di fiemme. “Tutti sanno che il gas naturale è inodore; per questo viene aggiunta una sostanza puzzolente che ne possa rendere percepibile la presenza e ridurre la pericolosità. Ma questa volta, a Ziano, è successo il miracolo di Natale; l’odore è stato sostituito dall’aroma del Puzzone di Moena. L’ultima originale invenzione sorta a Ziano si chiama distributore di gas senza però nemmeno la presenza di una seppur minima pompa di distribuzione”.

Inizia così un’interrogazione del consigliere provinciale di Onda civica Filippo Degasperi che mette il dito nella piaga di una vicenda che si trascina da una decina d’anni, da quando cioè il consiglio comunale di Ziano accolse favorevolmente l’idea avanzata da un privato di realizzare un distributore di gas metano ai confini col Comune di Predazzo nell’unico tratto della valle di Fiemme con un’unica arteria. Zona strategica quindi per un distributore di gas metano, potendo servire sia coloro che provenivano dalla fondovalle, sia chi transitava per i paesi di Fiemme. L’area venne inserita nel Prg. L’idea era quella di attrezzare finalmente la valle di un distributore di metano per rendere il territorio più ecologico, permettendo la circolazione e la diffusione di veicoli a metano, soprattutto quelli pubblici. Una politica da sempre perseguita dall’allora sindaco Fabio Vanzetta. Tant’è che, evidenzia Degasperi, “pare che Fiemme Servizi, sull’onda dell’entusiasmo, si sia dotata di uno specifico mezzo per la raccolta dei rifiuti che poi si dice essere stato parcheggiato, e forse lo è ancora, in un garage”. Dopo varie vicissitudini, e fallimenti, i terreni sono stati acquistati dal Caseificio Sociale di Predazzo e Moena che ha realizzato una nuova struttura, “per altro molto bella e accattivante che vi invitiamo a visitare” scrive lo stesso consigliere, dove si vendono i prodotti del Caseificio e altri prodotti tipici. Il fatto è che del distributore non c’è traccia. Lo aveva ricordato anche lo scorso anno Nicola Vanzetta della lista “Fare insieme” relativamente ad una richiesta di deroga del Caseificio. “L’unica funzione che obbligatoriamente dovrà essere collocata nell’area è il distributore di carburanti mentre la deroga richiesta prevedeva 420 mq per funzioni accessorie e 30 mq per la zona distribuzione di gas metano e 56 di un non meglio precisato magazzino”. Degasperi cita anche Villa Flora che doveva diventare un museo dello sci, ottenendo per questo anche un milione di euro dalla Pat, e che invece è diventato un ristorante.

Nel caso del distributore non si tratta solo di un cambio di politica dell’amministrazione, ricorda il consigliere provinciale, ma di conformità urbanistica di un’opera “che doveva essere un distributore con uno spazio commerciale le cui specifiche caratteristiche sono dettagliatamente descritte nelle norme e che forse non sono proprio in linea con quello che è stato realizzato. Per il fatto che il distributore è un opera di interesse pubblico sono stati venduti al caseificio terreni di proprietà pubblica, sono state concesse deroghe urbanistiche, e pare che l’opera abbia goduto di importanti finanziamenti pubblici”.

Da qui una serie di domande al presidente Kaswalder: cosa si intende fare per accertare la conformità urbanistica; quali deroghe e contributi pubblici sono stati rilasciati e quali terreni pubblici sono stati ceduti.

Due domande anche su Villa Flora: se è vero che Fiemme servizi si è dotato di un mezzo a metano e che fine ha fatto, e i costi pubblici di acquisto e ristrutturazione di Villa Flora, nonché le tempistiche del suo utilizzo.













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