Rurale Fassa Primiero nel Gruppo 

I soci hanno votato a maggioranza, anche se si è levata qualche voce contraria


di Gilberto Bonani


MOENA. Approvato a larga maggioranza dall'assemblea dei soci della Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno le modifiche allo statuto per far parte del Gruppo Bancario Cooperativo “Cassa Centrale Banca”. Un passo in linea con la legge voluta da Piercarlo Padoan (governo Renzi) che dovrebbe entrare a regime con il primo gennaio 2019. Il condizionale è d'obbligo perché nell'ondivago panorama politico italiano si fa strada, in questi giorni, la possibilità di cancellare l'obbligatorietà dell'adesione a un gruppo nazionale per le banche di credito cooperativo. L'appuntamento di venerdì sera al teatro Navalge (e in videoconferenza nell’auditorium di Transacqua) segna la fine di un cammino iniziato nel 2016, con la riforma del credito cooperativo italiano regolamentata dalla legge che obbliga tutte le banche di credito cooperativo e casse rurali ad aderire a un Gruppo Bancario Cooperativo, pena la perdita della licenza bancaria. A seguito di queste disposizioni di legge, l’assemblea dei soci della Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno del 5 maggio 2017 aveva deliberato di aderire al Gruppo Bancario Cooperativo di Cassa Centrale Banca. Con il voto favorevole di venerdì sera sono state approvate le modifiche dello statuto, necessarie per aderire a un gruppo bancario che si classifica tra l'ottavo e il nono posto in Italia. «Un gruppo solido – hanno confermato il presidente Carlo Vadagnini e il direttore Luciano Braito - formato da 89 banche, 1518 filiali (dato del mese di ottobre) che segna un utile di 71 milioni di euro». Non solo, il Gruppo Bancario ha sede a Trento ed è guidato da esperti di questa terra. Usando una metafora alpinistica il presidente Vadagnini ha sottolineato che quando si sale in cordata ci si affida a una guida «E noi crediamo – ha concluso - che il capocordata abbia i requisiti necessari». Pareri diversi sono arrivati da parte di un gruppo di soci del Primiero che hanno espresso la loro contrarietà (10 voti) o l'astensione (9 voti) su un totale di 1326 soci. Renzo Gubert (ex deputato e ex senatore) ha sollevato molti dubbi sull'operazione parlando di stravolgimento del sistema cooperativo. «Dovevamo seguire l'esempio dell'Alto Adige» – ha detto. «Con questo provvedimento rischiamo di perdere la nostra autonomia e si lede il principio di base: un socio un voto». Renzo Gubert faceva riferimento alla scelta delle banche di credito cooperativo altoatesine (ma non tutte) di optare per il fondo di garanzia Ips, una sorta di «assicurazione» che copre le singole banche nei confronti di clienti e creditori. L'astensione è stata motivata non per la scelta di aderire al Gruppo Bancario Cooperativo ma per quanto contenuto nell'articolo 34 comma 1 in cui si prevede di nuovo la scelta dei componenti del consiglio di amministrazione su base territoriale, regola - era stato affermato al momento della fusione con il Primiero - solo transitoria.













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