IL CASO

L’assalto turistico d’agosto è un rischio per l’immagine 

Val di Fassa. Purtroppo con i grandi numeri spesso saltano le regole di educazione e sicurezza Andrea Weiss (Apt): «Dovremo riprendere in mano i discorsi su traffico, selezione e alternative»


Gilberto Bonani


MOENA. Bella, ma troppo... turistica! La Valle di Fassa rischia di seguire il destino del lago di Braies e delle Odle, luoghi d’incanto ma soffocati da un turismo asfissiante. Quest’anno l'emergenza sanitaria ha portato in montagna, specialmente nel mese di agosto, molti villeggianti. La stagione estiva è partita lenta, tra timori e titubanze. Poi l’assalto. «Non credo averla mai vista tanta gente» spiega Sabrina Lusuardi, residente a Tesero. Ammaliata dalle Dolomiti, trent’anni fa trova la montagna un luogo sacro: il culto della natura. Un amore a prima vista che l’ha spinta a risiedere e lavorare in Val di Fiemme.

«Ovviamente gli operatori turistici, ossia albergatori, commercianti, ristoratori, sono soddisfatti di questa attenzione. Speravano in una bella estate e sono contentissima per loro», sottolinea.

Ma c’è un problema. La gente è davvero molta e tra i "nuovi turisti" manca un minimo di cultura della montagna. Poca conoscenza dell’ambiente e quindi scarsa attenzione per i luoghi.

«Molti credono semplicemente che la montagna sia un nuovo parco divertimenti, dove arrivare con la presunzione di poter far tutto. In Val di Fassa in questi giorni si sono viste scene incresciose, di persone incapaci di rispettare le elementari norme di educazione e sicurezza, lasciando nei boschi un sacco di schifezze. Ovvio che tutto si tramuterà in un ritorno in città con il ritornello di aver trovato una montagna piena di gente, di traffico, di persone senza mascherina, di boschi sporchi, di file chilometriche alle seggiovie o alle funivie».

E questo è un vero peccato: una perdita d’immagine. Andrea Weiss, direttore Apt di Fassa, conferma che il mese di agosto ha visto e sta vedendo una concentrazione davvero notevole di turisti. «Credo che un apporto significativo – spiega – sia arrivato dalle seconde case, anche quelle chiuse da anni. Molti hanno scelto la montagna come luogo ideale dove trovare benessere, distanziamento e sicurezza. Se scorriamo le foto sui social constatiamo la presenza di molti giovani, forse per la prima volta a godere la montagna “estiva”. Si tratta di una clientela disposta a salire in quota con navette e impianti e poco propensa a camminare. Tenendo conto delle limitazioni dettate dalla pandemia, è normale che si siano formate lunghe code, visto che gli impianti devono ridurre la capienza ai due terzi dei posti disponibili».

Per Andrea Weiss l’estate 2020 sarà archiviata come una stagione di “passaggio”, conseguenza di un evento che ha cambiato i ritmi di tutto il mondo.

«Usciti dall’emergenza – continua il responsabile dell’Apt fassana – dovremo riprendere in mano temi strategici da anni in discussione, come quelli di rinunciare ai grandi numeri, selezionare la clientela, limitare il traffico con alternative di trasporto pubblico. Non ultimo, “spalmare” la presenza turistica in zone della Val di Fassa di indubbia bellezza, ma meno praticate. Penso, per esempio, alla Marmolada, oggi priva di impianti di risalita, e valli laterali, ottima alternativa alle zone del Catinaccio e del Sella ora sotto pressione».

 













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